Il leggendario stadio dell’Athletic sarà presto demolito. Vi raccontiamo di una partita entrata nella storia del calcio che si è disputata lì nel 1931.

8 febbraio 1931 al San Mames (foto dal web)

8 febbraio 1931 al San Mames (foto dal web)

Sarà perché un tempo, sul terreno dove ora sorge, c’era una chiesa. O forse per l’aria di sacralità che vi si respira. Di fatto, lo stadio di Bilbao, il San Mames, è conosciuto da tutti come La Catedral (La Cattedrale). Il rito blasfemo del pallone si è compiuto su questo prato verde, in terra basca, dal 1913, quando il mitico Rafael “Pichichi” Moreno, che ha dato il nome al titolo di capocannoniere spagnolo, lo ha consacrato al dio del calcio realizzandovi, per primo, una rete.

Diego Armando Maradona, figura sacra della confessione pallonara, ne ha parlato come dello stadio più bello. Forse più del suo San Paolo, in una particolare lotta tra santi che hanno visto danzare la palla tra i piedi del grande numero dieci. Luis Fernandez, compagno di Platini nella Francia degli anni Ottanta, ha dichiarato che “Bilbao senza il San Mames sarebbe come Parigi senza la Torre Eiffel”.
Ebbene, consiglieremmo ai parigini di tenere sotto controllo la loro amata torre perché, da un momento all’altro potrebbero non vederla più. Perché?

Perché La Catedral, il San Mames, sta per essere demolito per far posto a un impianto più moderno. Noi di “Stromberg non è un comodino” ci chiediamo quanto sia giusto che, nel nome del business, si mettano da parte i valori propri del calcio. Uno dei quali è la memoria. E la sacralità dei suoi luoghi. E per eternare la memoria del San Mames, vi raccontiamo una storia: quella della più larga vittoria della storia del campionato spagnolo (quello che oggi chiamiamo Liga), datata 8 febbraio 1931.


A Bilbao sono gli anni di Mr.Pentland, allenatore venuto dalla terra degli inventori del football per portarne i segreti in terra di Spagna. Come un missionario. Venuto a portare un nuovo tipo di calcio, Pentland vince tutto il possibile e immaginabile con l’Athletic Bilbao: 2 campionati spagnoli, 5 Coppe del Re e 5 campionati di Vicaya. E il San Mames è il tempio inviolabile del calcio spagnolo. Quel giorno di febbraio scende sul terreno dei baschi una provinciale. Sì, una squadra di poco conto, il Barcellona, che concluderà il campionato (vinto dai ragazzi di Pentland) al quarto posto.
Ebbene, i baschi rifilano ai catalani, guidati in panchina da un altro inglese, James Francis Bellamy, uno storico, sonoro, inequivocabile 12-1. Il risultato più largo della storia del calcio spagnolo: l’impresa assume ancora più valore se si pensa alla portata dell’avversario dell’Athletic, il Barcellona appunto. Le prime tre reti sono un concentrato di tecnica e di tattica all’avanguardia per gli albori degli anni Trenta, frutto di schemi d’attacco studiati nei minimi dettagli da Mr.Pentland. Da lì in poi, la partita si mette in discesa e va in goleada. Il centravanti dei baschi, Augustín “Bata” Arana, uno da 208 gol in 208 partite a Bilbao, realizza un altro record, segnando ben sette reti.

La storia racconta che il giovane portiere Llorens, dopo essersi chinato dodici volte a raccogliere il pallone dietro la riga di porta, sia uscito dal campo piangendo. Piangendo, in spagnolo si dice llorando: ironia della sorte, visto il nome dell’estremo difensore. Una delle frasi che Pentland amava ripetere era: “le vere squadre di calcio, come il carattere delle persone, si formano nelle sconfitte, non nelle vittorie”. La Catedral ne ha viste davvero poche di sconfitte, ma evidentemente sono bastate a plasmare una squadra.
E una leggenda.

Emanuele Giulianelli