Tecnica in movimento e una struttura fisica devastante: Boksic era perfetto come spalla di una prima punta. Ha girato l’Europa vincendo dappertutto: in Italia con Lazio e Juve.

Boksic

Alen Boksic(foto digilander.it)

Uno dei primi a credere in lui fu l’ex stella della nazionale jugoslava Josip Skoblar che nei primi anni novanta era dirigente dell’Hajduk Spalato. Quando si ritrovò ad osservare con attenzione le gesta del giovane Boksic si sbilanciò subito: “Alen ha delle qualità eccezionali! Ha un fisico possente e, nonostante questo, è estremamente rapido e scattante. La tecnica in movimento, poi, è il suo cavallo di battaglia; qualcosa di mai visto prima.

In più, è un ragazzo serio e con una gran voglia di lavorare e fare progressi. Uno così sfonderà certamente!” Skoblar era uno che di attaccanti se ne intendeva e vinse la sua personale scommessa: il suo biondo connazionale spopolò sia a Spalato che nel resto d’Europa, dando sfoggio di forza erculea, velocità e tecnica sopraffine. Doti che riusciva a fondere ed esprimere con naturalezza e professionalità: anche l’Italia si accorse di lui e fu ripagata con numeri e pezzi di bravura…

Alen Boksic nacque nell’inverno del 1970 a Makarska, in Croazia. A 17 anni era già nel lotto degli attaccanti titolari dell’Hajduk Spalato, storico club della prima divisione jugoslava. Si mise subito in evidenza con prestazioni convincenti e nell’agosto del 1991 era già nelle mire dell’Olympique Marsiglia. Era il primo bivio della sua vita sportiva: Boksic, attratto dal campionato francese e soprattutto preoccupato dalla guerra in Croazia, decise di accettare l’offerta del presidente Tapie. Il Marsiglia, avendo troppi stranieri in rosa, decise di parcheggiare Alen per una stagione al Cannes ma sorsero dei problemi. Emersero procedure irregolari nel suo trasferimento in Francia e Boksic, incolpevole e sfortunato, rimase ai box senza poter scendere in campo per diversi mesi.

Poteva essere un colpo durissimo per le velleità del centravanti croato, anche perché ritrovare subito la forma era indubbiamente difficile. Quando però nell’autunno del 1992 Alen tornò a disposizione del Marsiglia, fu subito incisivo e letale per gli avversari. Un impatto fulminante, con gol (una splendida doppietta in Champions contro la Dinamo Bucarest) e assist in numero impressionante. Boksic fu determinante sia per la conquista del campionato francese, dove vinse la classifica cannonieri con 23 reti, che nel trionfo in Champions League. E sempre nello stesso anno, il 1993: nella finale di Monaco di Baviera del 26 maggio il Marsiglia superò il Milan di Van Basten per 1-0, col gol partita di Boli che mandò in estasi la torcida transalpina.


Lo scandalo e i guai legali che colpirono pesantemente il Marsiglia e il presidente Tapie favorirono il passaggio di