Un racconto da brividi.

Mariano Stendardo (foto dal web)

“Essere stati aggrediti verbalmente e fisicamente, con calci e pugni da personaggi violenti armati di coltelli, spranghe e bombe mi ha davvero spaventato e ha turbato profondamente il mio stato d’animo”. Il difensore del Taranto, Mariano Stendardo, racconta i momenti terribili vissuti insieme ad altri due compagni di squadra (Errico Altobello e Roberto Maurantonio) mercoledì pomeriggio quando una trentina di ultrà del Taranto ha bloccato l’allenamento e ha aggredito i calciatori.

“Ciò che è accaduto rappresenta un gesto vile e vergognoso – è il racconto choc di Mariano Stendardo che ha diffuso attraverso il sito tuttolegapro.com – che non ha leso soltanto i diritti di noi calciatori ma ha mortificato e annientato i valori dello sport. Essere stati aggrediti verbalmente e fisicamente, con calci e pugni da personaggi violenti armati di coltelli, spranghe e bombe mi ha davvero spaventato e ha turbato profondamente il mio stato d’animo. Personalmente sono molto deluso per due ragioni: la prima è che siamo stati accusati di aver venduto una partita di calcio e questo è inaccettabile dopo aver dato sempre il massimo in campo con i miei compagni di squadra per il Taranto. La seconda è che nella vita e nel calcio mai mi era capitato di vivere una situazione del genere ossia quella di subire un’aggressione così violenta senza alcun tipo di tutela e sorveglianza, che non mi ha colpito soltanto fisicamente ma ha leso soprattutto la dignità, la morale e la lealtà di tutti noi calciatori”.
Stendardo sottolinea di aver “già contattato l’AIC (l’Associazione Italiana Calciatori, ndr) che è intervenuta tempestivamente, ho apprezzato moltissimo la solidarietà del presidente Gravina”. Assicura che questa storia non finirà certo qui, e che porterà i teppisti responsabili di così tanta violenza in tribunale: “Adirò le vie legali per tutelare la mia persona e la mia famiglia affinché sia fatta giustizia per me e per i miei compagni di squadra”.
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