La delusione di Neymar (Fonte: eurosport.it)

La delusione di Neymar (Fonte: eurosport.it)

Il Bayern è il fresco vincitore di questa strana edizione della Champions League, dopo aver battuto in finale il faraonico PSG.

Due squadre molto simili per idea di calcio, entrambe molto offensive, ma differenti sul piano manageriale. Se la squadra parigina punta a comprare i migliori giocatori del mondo, quella bavarese crede fortemente nella valorizzazione dei giovani e nella crescita tramite il gruppo. Ed è stata proprio questa la chiave del successo nella notte di Lisbona.

 

SPESE FARAONICHE: UNA SCELTA SBAGLIATA?

Il PSG infatti, dal 2011, ha speso 1,2 miliardi per acquistare giocatori. Il primo colpo risale al 2011 con Pastore prelevato dal Palermo per 42 milioni. L’ultimo in ordine di tempo è stato Icardi, con altri 50 milioni versati nelle casse dell’Inter. Nel mezzo sono passati Matuidi, Buffon, Cavani, Mbappè, Neymar, David Luiz e tanti altri campioni.

E se fosse proprio questo il più grande limite del PSG? E’ ovvio che quando hai la possibilità economica di comprare certi giocatori lo fai, ma se fosse una strategia controproducente? Una squadra costruita per vincere la Champions che però ancora non arriva. Le possibilità sono due: o si sbagliano gli acquisti, cioè chi si compra non è di livello per vincere, o non è la strada giusta quella di comprare a più non posso.

 

ESISTE UN’ALTERNATIVA?

La giusta risposta la si potrebbe trovare unendo le due domande: i giocatori comprati non sono di livello per vincere la Champions e la soluzione per vincere non è comprare.

Nella politica del PSG sembra manca quello che ha il Bayern, cioè il senso del gruppo, di crescita. Uno stare insieme che è l’ideale alla base di ogni grande squadra di calcio. I parigini invece hanno tanti buoni giocatori che devono supportare Mbappè e Neymar.

Questa sconfitta può servire al PSG per capire da dove iniziare, o riniziare, un percorso che punti dritto alla Champions?