Si attendeva da tempo un cambiamento ed ecco infatti che, dalla stagione 2022/2023, il calcio femminile diventerà a tutti gli effetti professionistico, diventando così anche la prima federazione italiana a mettere in atto questa “rivoluzione”. La decisione è arrivata dalla FIGC, la quale ha annunciato che dal 1 Luglio 2022 comincerà questo processo che porterà al professionismo. È dunque una data storica e importantissima, una vittoria per tutte le atlete del calcio. Questo rappresenta di sicuro un punto di arrivo e di svolta, anche se, al contempo, non può che rappresentare un punto di partenza, trampolino di lancio per riuscire ad ottenere gli stessi diritti dei giocatori di calcio maschile. Appare dunque chiaro che il fattore “soldi” giocherà un ruolo chiave.

 

Calcio femminile professionistico: cambierà per i soldi?

 

Calcio femminile professionistico come punto di inizio

Il calcio femminile entra nel mondo del professionismo, gettando le basi per quello che deve essere un costante cambiamento con l’obiettivo di valorizzare le competizioni femminili e metterle sullo stesso piano di quelle maschili.

Con il professionismo si inizia così a delineare anche la questione legata alla retribuzione, al versamento di contributi previdenziali, al supporto assistenziale e alle rispettive tutele, come quelle legate alla maternità.

Fare le calciatrici sarà inteso come una vera e propria sportiva professionista, retribuita e tutelata a norma di legge. Ogni giocatrice avrà un proprio contratto con compensi adeguati e maggiori tutele assicurative, con piano pensionistico e maternità. Si passa dunque da un “calcio dilettantistico” – avuto fino ad ora – ad un “calcio professionistico”, dal 1 Luglio 2022. A cambiare non è soltanto il valore che si dà a questa categoria e a chi ne fa parte, bensì il lato economico e contrattuale. Da rimborsi forfettari e tutele inesistenti, a contratti nero su bianco con uno stipendio adeguato e tutele di ogni tipo.

Per quanto riguarda il salario minimo da garantire alle giocatrici, Assocalciatori e FIGC hanno già fissato la cifra a 26.000€ lordi all’anno, rifacendosi allo stipendio che circola nella Serie C maschile. Una rilevante svolta, dato che molte calciatrici della Serie A femminile, grazie a compensi forfettari, guadagnano anche di più, all’incirca 30.658€ (ottenuto in dieci mensilità), da poter aumentare per via di alcuni bonus o a spese extra dovute a rimborsi o indennità, pari a circa 77,47€ giornalieri. La differenza è che, stavolta, tutto verrà regolamentato, così da garantire i contributi e, di conseguenza, un’adeguata pensione, cosa che non è accaduta finora.

 

Calcio femminile: i club diventeranno società di capitali

Ci sarà una rivoluzione per quanto concerne i vari club dato che, eccezion fatta per Napoli e Pomigliano, che sono dilettantistiche, tutte le altre (ovvero le restanti dieci) sono legate alle società maschili. Pertanto sarà necessario adeguarsi alla Legge 91 del professionismo, che impone ai club di diventare società di capitali, come accade alle squadre che passando dalla Serie D alla Serie C.

Per partecipare al massimo campionato femminile si dovrà versare una quota pari a 80.000€ e bisognerà possedere uno Stadio con una capienza minima di 500 persone. La Serie B e le serie minori, rimarranno dilettantistiche.

Questo comporterà incassi e, come visto, guadagni, molto più alti. In media le 12 squadre di Serie A, fino ad ora, hanno un incasso di 242.000€ in media e spese non superiori a un milione e mezzo. Ci sarà un netto aumento dei costi e, di conseguenza, dei ricavi, tra il 60% e l’80% in più, a dimostrazione del cambiamento che verrà messo in atto. Il mondo dei pronostici sportivi e delle pubblicità, già vicini alla femminile, amplieranno l’indotto, seguendo l’attenzione su uno sport che cresce di giorno in giorno.

Sebbene cominci ad esserci un cambiamento, le differenze con la Serie A maschile (e il calcio maschile generale) rimangono evidenti, dato che i calciatori hanno comunque uno stipendio nettamente superiore.

 

Come cambia il campionato

Un altro cambiamento riguarda l’organizzazione del campionato di Serie A femminile. Le squadre partecipanti saranno 10 anziché 12, con andata e ritorno.

Una volta terminata la regular season, si giocheranno dei gironi che permetteranno di determinare sia la vincitrice del campionato che le retrocesse, le quali, a loro volta, lasceranno il posto alle neopromosse della Serie B femminile.