Formidabile ala sinistra dotata di grande fiuto del gol e di grande potenza nel piede sinistro, tanto da essere soprannominato “Rombo di Tuono” dall’allora rei dei giornalisti sportivi Gianni Brera. Tecnica, potenza e acrobazia le sue qualità. Inizia la carriera a Legnano in serie C per poi passare al Cagliari, con cui esordisce in serie A il 13 settembre 1964, nell'incontro Roma-Cagliari (2-1). Vestirà per tutta la carriera la maglia rossoblu, divenendo una leggenda per una regione intera. Tuttora idolo irraggiungibile dei tifosi sardi, Riva per molti rimane il più grande attaccante italiano del dopoguerra. Col Cagliari riesce nell’impresa di vincere il campionato 1969-70, vincendo per la terza volta la classifica dei cannonieri. Rifiuterà di lasciare i rossoblu nonostante i ricchissimi ingaggi propostigli in quegli anni da Juventus ed Inter.
Con la nazionale italiana esordisce il 27 giugno 1965, nell'incontro Ungheria-Italia (2-1). Con la maglia azzurra conquista il titolo europeo nel 1968, segnando nella finale con la Jugoslavia. Si fa conoscere ed apprezzare dalla platea mondiale nella Coppa Del Mondo di Messico 1970, nella quale l’Italia arriva seconda dietro il Brasile, e segna 3 reti (ne segna anche un’altra ingiustamente annullata ad Israele). Il suo periodo migliore con la maglia della nazionale è sicuramente il triennio 1967-1970 in cui segna 22 gol in 21 partite e stabilisce un record segnando in sei presenze consecutive. Gigi Riva detiene tuttora il record di goal realizzati in nazionale: 35 in 42 partite. Nel corso delle qualificazioni per il Mondiale 1974, il 31 marzo 1973 a Genova, in Italia-Lussemburgo 5-0, Gigi Riva fu autore di 4 reti.
Il 9 febbraio 2005 nell'aula consiliare del Comune di Cagliari il sindaco Emilio Floris gli ha concesso la cittadinanza onoraria e il Cagliari Calcio ha ritirato per sempre la maglia numero 11.
("Un formidabile, straordinario atleta, un gigantesco uomo perché la grandezza di Riva è stata in parte nelle sue qualità calcistiche, ma nella massima parte nelle sue grandi qualità agonistiche. Era un capo vero, un guerriero vero, e riusciva a trasmettere allo spogliatoio e al resto della squadra questa sua straordinaria voglia di vincere. Diciamo un tipo timido per certi aspetti, introverso, che in campo diventava una belva. Poi aveva questo sinistro formidabile, questo colpo di testa altrettanto formidabile. Era un pò legato fisicamente, nel senso che non era agilissimo. Era un giocatore che andava via in progressione, di grande potenza, con un tiro devastante,solo mancino....Probabilmente se fosse andato in un club di maggiori mezzi del Cagliari avrebbe potuto vincere anche in Europa quello che non aveva vinto" G.Tosatti) |