Stopper tedesco d’altri tempi, duro nei contrasti e fenomenale nei tiri dalla distanza. Bandiera carismatica del Bayern Monaco, vinse la Coppa del mondo nel 1990.
In un divertente sketch comico del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo” il personaggio del signor Rezzonico aveva un gigantesco cane da guardia che definire agguerrito era addirittura riduttivo. In scena, infatti, finiva per aggredire e sbranare con una foga devastante il malcapitato di turno. Per gli appassionati di calcio il nome di quel cane era assolutamente indicativo e pertinente allo stesso tempo: Augenthaler! La genesi fa riferimento ad un possente e statuario difensore centrale che spopolò soprattutto negli anni ottanta. Tedesco fino al midollo, era un vero e proprio baluardo per tempismo, forza e aggressività: strepitoso negli anticipi e imbattibile nel gioco aereo, era un leader nato. Sguardo crudele, all’occorrenza diventava cattivo e spietato; quasi si esaltava quando doveva marcare centravanti massicci e forti fisicamente. In tutta la carriera vestì un’unica gloriosa casacca: fedele proprio come un mastino…
Klaus Augenthaler nacque nel sud della Germania nel settembre del 1957 e debuttò a vent’anni, dopo la dura gavetta del settore giovanile, con il Bayern di Monaco. Indossò con orgoglio la maglia numero 5, lo stopper di una volta, e fu titolare della stessa per quattordici stagioni di fila. Con professionalità e voglia di emergere, Augenthaler prese coscienza delle sue qualità e diventò in pochi mesi un difensore completo e affidabile. Vinse il primo titolo, la Bundesliga, a 23 anni: come centrale difensivo già rasentava la perfezione, col tempo si guadagnò elogi ed apprezzamenti anche per i suoi tiri dalla distanza.
Più che tiri erano vere e proprie cannonate; Augenthaler aveva un destro terrificante, colpiva da 30-35 metri (in una circostanza andò a segno addirittura dalla linea del centrocampo) ed erano bolidi estremamente precisi. In campionato non restò mai a secco in una singola stagione e chiuse con 52 reti all’attivo, numero ragguardevole per uno stopper vecchio stampo. Klaus, che debuttò con la maglia della Germania Ovest nel 1983, era un idolo per i tanti tifosi bavaresi, che si elettrizzavano per i suoi recuperi e le sue bombe su punizione. Quando caricava e puntava il suo obiettivo, la paura si impadroniva dei portieri avversari…
Con il Bayern di Monaco condivise grandi successi insieme a celebrati campioni come Rummenigge, Matthaus, Brehme, Pfaff: vinse la Bundesliga sette volte, senza dimenticare le tre Coppe di Germania e le due Supercoppe nazionali. Rileggendo il curriculum, tuttavia, è curioso notare che un colosso come Augenthaler non abbia mai vinto titoli internazionali, almeno a livello di club. Così come il fido compagno Matthaus, Klaus non ha mai alzato al cielo la Coppa dei Campioni, trofeo che avrebbe di certo meritato. Molti tentativi fallirono per dettagli o semplice sfortuna: quando il Bayern arrivò in finale nell’edizione 1986-87, Augenthaler dovette saltare l’atto conclusivo contro il Porto, che si impose in extremis 2-1…