Gli uomini di Guardiola vincono in rimonta e agganciano il Real al primo posto, anche se le Merengues devono recuperare una partita.
22 secondi. Tanto era bastato al Real Madrid di Josè Mourinho per incanalare la partita più importante dell’anno verso la direzione desiderata. Rinvio sbagliato di Victor Valdes, palla intercettata dagli uomini in bianco e, dopo un paio di ribattute e complice una gestione del fuorigioco folle da parte di Piqué, Karim Benzema deposita agevolmente la sfera in rete. Tutto facile, fin troppo forse. E infatti, nient’affatto domato, il Barcellona di Pep Guardiola, già nella prima frazione di gioco, riesce a riportare il punteggio in parità grazie al sigillo di Alexis Sanchez, al primo centro in un Clasico.
Essere la squadra più forte del mondo consente di poter fare a meno delle grazie concesse dalla dea bendata. Ma se quest’ultima, forse per puro sfizio, decide nonostante ciò di intervenire, allora diventa dura per qualsiasi avversario, anche se risponde al nome di Real Madrid, specie in una serata in cui il giocatore più importante – Cristiano Ronaldo – cerca in tutti i modi di buttar fuori qualsiasi pallone invitante graviti dalle sue parti. Così, quando nel secondo tempo, al 54′, il tiro da fuori di Xavi Hernandez entra in rete toccando il palo dopo essere stato deviato dalla gamba del brasiliano Marcelo, si capisce che per le Merengues non ci sarà nulla da fare. Giunti a questo punto, il 3-1 dell’ex capitano dell’Arsenal Cesc Fabregas potrebbe apparire quasi ridondante, come un punto esclamativo al termine di una frase il cui senso e la cui intonazione risultavano essere già fin troppo chiari.