Il centrocampista Roberto Baronio ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Tuttocalciatori.net analizzando la situazione della Lazio e ripercorrendo idealmente alcune tappe della sua carriera.

Roberto Baronio

Roberto Baronio (foto dalla rete)

Hai alle spalle una lunga carriera in serie A, qual’è il segreto per mantenersi sempre a certi livelli?

Alla base ci vuole tanto sacrificio, sia sul campo che fuori, e anche fortuna, quella serve sempre“.

Attualmente sei libero, ti vedremo presto cominciare una nuova avventura?

Lo spero, anche se penso ormai sia dura rientrare, uno per le proposte poco allettanti e due perchè a 34 anni si fà piu difficile nel calcio di oggi, dove i giovani vanno per la maggiore, magari all’estero“.

Qual’è stato l’allenatore da cui hai imparato di più? quale il compagno di reparto con cui hai avuto una migliore intesa?

Ho imparato un pò da tutti, e ne ho avuti tanti, chi più e chi meno, poi ci sono quelli che veramente insegnano calcio, altri invece che gestiscono e basta, cmq in generale tutti bravi. Per quanto riguarda il compagno di reparto se devo fare un nome, direi Perrotta poi Brighi nei due anni di Chievo e C.Zanetti quando abbiamo vinto insieme l’europeo U21“.


Sei sempre molto legato affettivamente alla Lazio, come giudichi il momento che sta vivendo la squadra?

Buono, hanno una squadra forte, avessero sempre la rosa al completo potrebbero fare molto di più, purtroppo gli infortuni hanno un pò decimato la rosa“.

La corsa scudetto è ormai riservata soltanto a Juventus e Milan oppure c’è spazio anche per altre?

No, penso che possa rientrare anche l’Inter dopo la vittoria nel derby“.

Quale è il più grande rimpianto e quale la più grande soddisfazione della tua carriera?

Il rimpianto, penso, quando mi sono trovato di fronte a delle scelte che ho fatto e che adesso non rifarei, vedi la scelta di andare a Perugia (caso Gaucci dove non voleva giocassi, assurdo!) e Firenze, dove accettai oltre che per la piazza, anche per la voglia di lavorare col mio amico Mancini, all’epoca allenatore, ma purtroppo la società era in grandi difficolta economiche, infatti poi fallì. Le soddisfazioni, oltre le vittorie, le più grandi restano le convocazioni, anche se poche,  in nazionale maggiore e l’esordio nel 2006“.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro una volta che smetterai di giocare?

Penso di rimanere nel calcio, come allenatore dei ragazzi come inizio, poi vedremo“.

 

Nicola Mirone