Lo sfogo del tecnico asturiano dopo la sconfitta di Cagliari: “Sono molto deluso”.
Le quattro vittorie consecutive in campionato tra fine dicembre ed inizio gennaio, unite al pareggio interno contro la Juventus nel momento di maggiore difficoltà per la Roma, avevano illuso l’ambiente giallorosso di aver finalmente trovato l’amalgama giusta, di aver portato a compimento il processo di assimilazione dei dettami tattici di Luis Enrique. Invece, dopo la sconfitta in Coppa Italia e il pari interno contro il Bologna, il ko di Cagliari (4-2 per i sardi il risultato finale) ha messo nuovamente a nudo tutte le problematiche della formazione capitolina.
Non le ha nascoste Luis Enrique, che onesto come non mai, ha evidenziato tutte le pecche dei suoi uomini. “Sono molto deluso, non ha funzionato quasi niente. Magari per venti minuti eravamo incredibilmente superiori all’avversario e i venti minuti dopo incredibilmente inferiori: vogliamo essere continui in campionato, ma è difficile se non lo siamo nemmeno in un’unica partita. Ci vuole più cattiveria, abbiamo avuto il triplo di palle gol del Cagliari, dobbiamo migliorare: oggi si è vista la migliore e la peggiore Roma, ma così non si fa una squadra grande e io sono il primo a dispiacersi. Non c’è problema psicologico, il problema è tattico: vedremo se riuscirò a migliorarli”.
Il problema principale della Roma è la vulnerabilità difensiva, la costante concessione – al limite del masochismo – di occasioni mastodontiche agli avversari in qualunque momento della gara, al di là del risultato parziale. Inoltre, senza Daniele De Rossi, che può ora trattare e firmare con qualsiasi altro club in virtù della scadenza del contratto ormai prossima, la squadra perde quel poco di equilibro e tranquillità difensiva che possiede. Luis Enrique è ora di fronte ad un bivio: proseguire per la strada tracciata sinora, oppure adottare degli accorgimenti tattici necessari per affrontare le insidie del calcio italiano.
Emanuele Mastrangeli
