Dario Bonetti al ritorno sulla panchina della Dinamo, ci rilascia un’intervista in cui parla di Romania, Zambia e calcioscommesse

Dario Bonetti il giorno della presentazione (dal sito ufficiale della Dinamo Bucarest)

Dario Bonetti è stato un calciatore dalla carriera decisamente importante. Tra gli anni Ottanta e i primi Novanta è stato un pilastro delle difese di tutte le squadre più forti dell’epoca, dalla Roma, al Milan, dal Verona alla Juventus, fino alla Sampdoria. Conta anche due presenze nella nazionale maggiore. Ha vinto tanto, in campo, quattro Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa, anche se il bottino avrebbe potuto essere ben più ricco, visto che ha disputato due sfortunate finali di Coppa dei Campioni, con la Roma e con la Sampdoria. Comunque un gran bel difensore, senza ombra di dubbio.

Terminata la carriera di calciatore, dopo l’ultimo anno disputato a Ferrara con la maglia della Spal, Dario decide di diventare allenatore e lo fa a modo suo: girando il mondo. Guida il Dundee in Scozia, insieme al fratello Ivano, poi, dopo una parentesi italiana nel Potenza, passa in Ungheria, al Sopron e in quella squadra si trova ad allenare Luigi Sartor e Beppe Signori, oggi pesantemente implicati nel calcio scommesse.

Di nuovo in Italia, con Juve Stabia e Gallipoli e poi la chiamata della Dinamo Bucarest. L’avventura in terra di Romania dura pochi mesi, nonostante gli ottimi risultati, tra i quali la clamorosa qualificazione nel primo turno di Europa League ai danni dello Slovan Liberec ottenuta ribaltando la sconfitta per 0-3 della partita di andata. Altra parentesi italiana, al Pescina, e arriva la chiamata sulla panchina della nazionale dello Zambia. Dario conduce gli africani alla qualificazione per due edizioni della Coppa d’Africa, ma viene clamorosamente esonerato, due giorni dopo aver portato a casa l’ottimo risultato. Tre giorni fa arriva la notizia: Bonetti viene richiamato, dopo due anni e mezzo, sulla panchina della Dinamo Bucarest. La piazza è entusiasta. Suo vice sarà un altro italiano, l’ex terzino Alessandro Birindelli.
Cogliamo al volo l’occasione del suo ritorno a Bucarest per fare una bella chiacchierata con questo personaggio che inorgoglisce il calcio italiano, per parlare con lui delle sue esperienze, della Romania e anche di calcio scommesse.

Dario, sembrava scritto che un giorno saresti tornato a Bucarest. Com’è andata questa seconda chiamata?

« E’ successo tutto velocemente, la Dinamo dopo 5 partite e 2 punti ha riperso in casa e a quel punto mi hanno chiamato offrendomi un contratto di due anni. »

La volta precedente la tua esperienza fu breve. Nonostante ciò, sei rimasto nei cuori dei tifosi della Dinamo. Che ricordo hai?

« Durò solo cinque mesi ma furono molto intensi, poi si interruppe per via delle polemiche  nonostante gli ottimi risultati. »

Spiegaci meglio il perché finì così presto?

« Finì presto per la profonda spaccatura che c’era in società, sulla scelta del progetto e perché avevo messo alla porta giocatori dal passato glorioso ma già degli ex dal punto di vista fisico, valorizzandone altri come Torje . »


Che rapporto hai con la Romania, come Paese e come realtà calcistica?

« Il mio rapporto e’ ottimo, perché si trova gente umile, semplice con tanta voglia di crescere. Mi trovo bene in tutto perché la gente ha apprezzato ed apprezza il lavoro svolto al servizio della Dinamo, senza condizionamenti di nessun tipo. »

Sei reduce dal clamoroso esonero da parte dello Zambia dopo la qualificazione ottenuta a due Coppe d’Africa. Devi toglierti qualche sassolino dalla scarpa?

« Nessun sassolino, la vita continua ed i risultati restano. In più, se ci mettiamo l’ottimo rapporto instaurato con i giocatori, tutto e’ ok! L’esonero fa parte del mestiere. »

Gli obiettivi tuoi e della Dinamo?

« Gli obiettivi sono il campionato, anche se siamo ora distanti 5 punti dal Cluj in compagnia di Steaua, Rapid e Vaslui, poi la coppa di Romania, in cui proprio questa sera abbiamo raggiunto la finale. »

Una domanda di attualità: hai allenato in Scozia, Zambia, Italia, Romania e Ungheria, in particolare sei stato sulla panchina del Sopron negli anni in cui lì giocavano Signori e Sartor. Cosa pensi del fenomeno calcioscommesse e dello scandalo che sta venendo a galla?

« Penso che sia veramente vomitevole, per trovare un termine che possa dare l’idea, che ci siano personaggi che vendono e comprano partite, ma che tra questi ci siano dei giocatori e’ veramente troppo. »

Hai mai avuto sentore di qualcosa di strano, soprattutto in Ungheria?

« No, niente di strano, Sartor e Signori nel mio periodo ungherese erano due bravi ragazzi che, fino a prova e giudizio contrario, possono essere innocenti. »

C’è speranza di avere un calcio pulito?

« Da quello che si evince, come nella politica, finché non si farà piazza pulita sarà difficile…. »

Mi puoi parlare di Bucarest come città e di come ti ci trovi, del tuo rapporto con questa metropoli?

« A Bucarest mi trovo molto bene, mi manca solo la mia famiglia. »

Grazie, Dario.

Per la cronaca, ieri sera la Dinamo Bucarest di Dario ha perso per 2-1 in casa del Gaz Metan Medias, ma si è qualificata per la finale grazie all’1-0 ottenuto in casa nella gara di andata.
Ad attendere i “Cani Rossi” in finale c’è il Vaslui.
In bocca al lupo… anzi ai Cani!

Emanuele Giulianelli