Focus sul giocatore più promettente dell’intero panorama calcistico elvetico. Un esterno mancino da mesi bloccato dai tedeschi del Bayern Monaco.

Xherdan Shaqiri in azione con la maglia del Bayern Monaco (foto della rete)

Arjen Robben non riesce più ad essere incisivo come qualche tempo fa? Zero problemi. Da quelle parti si sono già cautelati assicurandosi un giovane esterno mancino di enorme prospettiva: a Monaco è piombato Xherdan Shaqiri, i difensori della Bundesliga sono avvisati.

Xherdan è un calciatore kosovaro naturalizzato svizzero, classe 1991. Calcisticamente si forma nel Basilea dove milita a livello giovanile dal 2001 al 2008, fino all’approdo in prima squadra nel 2009.

Il giovane funambolo, vista anche la mediocrità del campionato svizzero, si mette subito in grande evidenza diventando nel giro di poco uno dei punti fermi della rosa. I numeri parlano chiaro: in tre annate colleziona 92 presenze, 19 gol e giocate da fuoriclasse, da predestinato. Insomma, il salto di qualità è dietro l’angolo, ed ecco che, nel febbraio di quest’anno, viene tesserato dopo un lungo e spasmodico corteggiamento dai tedeschi del Bayern Monaco.


Non da una squadra qualunque, ma da un top team di livello mondiale. Sarà la svolta della sua fiorente carriera? Nessuno potrà dirlo con convinzione. Di una cosa però siamo certi: le aspettative nei confronti di questo giovane nazionale elvetico sono molto rosee e le basi su cui poter lavorare e costruire un potenziale campione sono confortanti ed allettanti.

Che tipo di giocatore è Shaqiri? Un “peperino”: un esterno che fa dello scatto, della tecnica e dell’imprevedibilità i migliori pregi. Agli inizi di carriera veniva sovente schierato come terzino sinistro, poi col tempo l’atleta ha coltivato una capacità tecnica tale da spingerlo in zone sempre più avanzate del rettangolo verde. Ed è a quel punto che Xherdan ha iniziato a fare le fortune del Basilea. Il collocamento che predilige è quello di esterno alto a destra.

Prendendo palla in quella zona del campo diventa devastante: questo ragazzo predilige, infatti, il classico movimento ad accentrarsi partendo dalla destra, cercando in seconda battuta il fraseggio coi compagni o la soluzione personale; al resto ci pensa l’educatissimo piede sinistro che ha la fortuna di ritrovarsi. Queste peculiarità (che, per intenderci, ricordano molto quelle del compagno di squadra Arjen Robben) gli sono possibili grazie a delle invidiabili doti nel dribbling e nella corsa, il tutto condito da un’irrazionalità che spesso lo porta a fare delle giocate eccentriche, inconsuete ma tremendamente efficaci.


Ovviamente, questo “furetto” di origini kosovare palesa anche dei limiti: su tutti la deficitaria concretezza e cattiveria in zona gol. A volte riesce a procurarsi buone chance per battere a rete ma, giungendo davanti la porta avversaria, perde un po’ di lucidità mostrandosi fumoso e titubante. Non vogliamo crocifiggere nessuno, anzi. Questo è normale per un ragazzo di soli 21 anni che nasce calcisticamente come esterno di difesa. Un pizzico di decisione e di cattiveria un più quindi. Probabilmente basterà questo per fare di Shaqiri un giocatore completo, un atleta a 360 gradi.

A questo punto non ci resta che aspettare e vedere quello che sarà il suo impatto con una realtà così importante come quella tedesca. Un contesto che probabilmente lo affermerà a livello internazionale, porterà i tifosi di tutto il mondo ad apprezzarlo, a venerarlo, ma anche a denigrarlo o odiarlo. A dire il vero questo, in terra tedesca, interessa poco: dopo anni di insuccessi e insoddisfazioni il Bayern Monaco ha fame di vittorie e cerca immediato riscatto puntando anche sull’affidabilità e la garanzia di un prodotto “made in Switzerland”: Xherdan Shaqiri, l’esterno mancino che per fisicità e movenze ricorda tanto Lionel Messi.

 

Nicola Ledri