Focus su uno dei talenti più promettenti del panorama calcistico mondiale. Un attaccante belga che ha già stregato gli inglesi.

Il baby prodigio Eden Hazard con la maglia del Chelsea (foto della rete)

Tecnica, velocità e personalità. Queste le doti principali del nuovo fenomeno del calcio inglese. Un attaccante belga che ha impiegato pochissime partite per giustificare e legittimare l’ingente somma di denaro grazie alla quale il patron dei “Blues” Abramovich è riuscito a strapparlo ad una agguerrita concorrenza internazionale. Se il Chelsea è partito col piede giusto in campionato gran parte dei meriti vanno attribuiti a questo “enfant prodige”, un ventunenne che di questo passo si affermerà come uno dei più grandi calciatori d’oltremanica.

Eden Hazard nasce in Belgio il 7 gennaio 1991. A livello giovanile inizia a mettersi in evidenza con la maglia del Lilla, società che dopo qualche anno lo proietterà nei palcoscenici della prima squadra. Questo giovane funambolo impiega poco ad entrare nei cuori dei tifosi: già nel 2008 all’età di 17 anni diventa uno dei punti fermi della compagine francese e da li in poi la sua ascesa è stata esponenziale e senza freni. A mero titolo esemplificativo: per due anni consecutivi, 2011 e 2012, è stato eletto miglior giocatore del campionato francese, la Ligue 1; niente male per un atleta classe 1991.

E giungiamo alla storia recente: un paio di mesi fa arriva la chiamata del Chelsea che se lo porta a casa per una cifra mostruosa, si parla di quasi 40 milioni di euro. Ebbene, li vale tutti! Eden ha avuto un impatto pazzesco col campionato inglese e già nelle prime uscite stagionali è riuscito a mettere in mostra tutto il suo enorme repertorio fatto di scatti, dribbling, assist e gol.


Altro fattore da non sottovalutare è la sua grande duttilità: essendo molto bravo con entrambi i piedi, lo si può tranquillamente collocare in tutte le zone della trequarti e dell’attacco, a destra a sinistra o al centro; ovunque venga schierato, Hazard risponde sempre presente sfoggiando prestazioni all’altezza e mai anonime. Nelle prime uscite stagionali coach Di Matteo lo ha posizionato più in zona centrale, in appoggio all’unica punta Fernando Torres; probabilmente questa è la soluzione che ne esalta maggiormente le capacità: quando questo “folletto belga” riceve palla in quella parte del rettangolo verde diventa micidiale e implacabile: o crea la superiorità numerica saltando il diretto avversario grazie ad un dribbling e ad cambio di passo invidiabili, oppure prova ad innescare i compagni aprendo le difese avversarie con passaggi spesso precisi ed impeccabili. Insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio “top player”, un trequartista polivalente, brevilineo, tremendamente concreto ed efficace. Un giocatore in grado di cambiare, da solo, il volto ad una squadra, un atleta del quale tutti gli allenatori desidererebbero disporre.

Difetti? In questo caso è veramente complicato individuarne anche solo uno. Se proprio volessimo “mettere il dito nella piaga” diremmo che in alcune circostanze si libera a fatica del pallone e si intestardisce in giocate dall’elevato coefficiente di difficoltà; un pizzico di egoismo quindi, derivante forse dalla consapevolezza di quelli che sono i propri mezzi e le proprie capacità fuori dal comune. Nessun dramma comunque, ci mancherebbe: il ragazzo è giovane, maturo e con ampi margini di miglioramento. Si avete capito bene: siamo convinti che Eden Hazard possa diventare ancora più forte di quello che è. Ora la palla passa al Messi belga, è Lui che deve mostrare al mondo tutto il suo valore cercando di non frustrare le innumerevoli aspettative che ricadono sul suo conto. Nordsjaelland, Shakhtar Donetsk e Juventus sono avvisate.

 

Nicola Ledri