Nell’ultimo turno di campionato tre “ragazzini” hanno trascinato i gialloblu alla vittoria. La rinascita parte da loro?

Il promettente Adrian Stoian in azione con la casacca gialloblu (foto della rete)

E adesso che li ferma più? Nessuno, probabilmente. Difficile pensare che nelle prossime gare il tecnico Corini decida di fare a meno di loro. Infatti, se il Chievo è tornato alla vittoria, buona parte dei meriti vanno attribuiti alla corsa, alla voglia e allo spirito combattivo di tre giovanissimi sui quali i clivensi faranno bene a puntare in futuro.

Di chi stiamo parlando? Di Isaac Cofie (classe 1991), motorino inesauribile in mezzo al campo, grande recuperatore di palloni e in grado di dare molta dinamicità al centrocampo gialloblu. Se riuscirà a ripetere le prestazioni di Sassuolo dello scorso anno, potrà sicuramente affermarsi come pedina imprescindibile dello scacchiere del “Genio”. Considerando infatti il nuovo modulo a tre punte, è necessario disporre di una linea mediana di corsa e grinta, di uomini che si sdoppino e diano supporto ad entrambe le fasi di gioco. E in questo il buon Cofie tornerà sicuramente utile.


Passiamo ad Adrian Stoian (classe 1991), autore del gol sicurezza a Genova. Lui ha già disputato molti spezzoni (solo una volta è partito titolare), però, considerando che le sue prestazioni sono state sempre sufficienti, è lecito chiedersi: che possa essere considerato qualcosa di più di un semplice rincalzo? Probabile. Ciò che è certo, è che il giovane rumeno è uno degli attaccanti della rosa per natura più adatto a ricoprire il ruolo di esterno offensivo. In quella zona del campo infatti, sfruttando un’ottima velocità e un buon dribbling, diventa spesso incontenibile: manda sistematicamente in difficoltà il proprio marcatore per poi offrire palloni invitanti ai compagni. Forse pecca ancora in continuità nelle prestazioni, però siamo sicuri che la sua freschezza atletica e tecnica tornerà utile a Corini anche per il proseguo del campionato. Ci scommetteremmo ad occhi chiusi.

Chiosa finale dedicata  all’eroe di Genova: Alberto Paloschi (classe 1990). Il suo allenatore, nel dopo partita, lo etichetta come “professionista serio” e spende parole al miele per lui. Del resto cosa volete dire di un 22enne che sta fuori 3 mesi e che al ritorno in campo riesce a rendersi subito decisivo? Chapeau! Alberto sta tornado e il suo rientro in campo, considerando anche le leggere flessioni dei “vecchi” Pellissier e Di Michele, può considerarsi oro, anzi platino, per il Chievo Verona. Il bomber dell’Under 21 infatti, è il classico uomo d’area, rapace sotto porta (la tripletta al “Grifone” ne è una palese dimostrazione), ma è anche uno che gioca molto per la squadra essendo bravo nel dialogo coi compagni e nell’aprire spazi allettanti per gli inserimenti dei centrocampisti. Insomma, parliamo di un attaccante totale che lo scorso anno con Di Carlo è cresciuto molto e che adesso, dopo 3 lunghi mesi di agonia, è pronto al definivo salto di qualità, alla consacrazione finale. Le aspettative nei suoi confronti non sono poche: in effetti, l’etichetta con la quale il giovane centravanti scuola Milan è cresciuto è sempre stata quella di “nuovo Inzaghi”. Mica male.

Ecco, queste sono le “giovani leve”, le forze fresche, sulle quali Eugenio Corini potrà fare affidamento per conseguire l’obbiettivo stagionale, una salvezza “tranquilla”. Largo ai giovani in casa Chievo Verona. Il futuro sono loro.

 

Nicola Ledri