Ecco le pagelle finali della stagione clivense. Vi ritrovate nelle nostre valutazioni?

Luca Rigoni, capitano e anima del Chievo Verona (foto della rete)

Luca Rigoni, capitano e anima del Chievo Verona (foto della rete)

Tempo di bilanci in casa Chievo Verona. Dopo l’ennesima salvezza conquistata con tre giornate d’anticipo ci apprestiamo a tirare le somme di una stagione che, comunque, non è stata tutto “rose e fiori”, anzi. L’esonero in corso d’opera di Mimmo Di Carlo è lo specchio di come all’inizio qualcosa sia andato storto. La posizione presa dalla società rischiava di destabilizzare l’ambiente e gli equilibri dello spogliatoio. Al contrario, la scelta di Eugenio Corini, tra l’altro debuttante in una panchina di A, si è rivelata vincente. Guidati dal giovane tecnico i gialloblu hanno risalito la china centrando l’obbiettivo finale: la riconferma in Serie A. Ora non resta che rimboccarsi le maniche e cercare di preparare al meglio la nuova annata nella quale si cercherà di scrivere una nuova pagina di una favola che ha ancora tanto da raccontarci.

Noi di Tuttocalciatori vi riportiamo il pagellone della stagione appena archiviatasi. Pronti? Si parte!

Christian Puggioni: voto 7. Sostituire in corso d’opera uno come Sorrentino non sarebbe stato facile per nessuno. Lui lo fa con una disinvoltura impressionante dimostrando di meritare a pieno la categoria. Para il “parabile” e, spesso, anche “l’imparabile”, trasmettendo sicurezza e solidità all’intera squadra. Alcune compagini l’hanno già adocchiato per il prossimo mercato ma il Chievo farà bene a tenerselo stretto. Saracinesca.

Gennaro Sardo e Nicolas Frey: voto 6. Si sono divisi equamente il minutaggio e la loro valutazione è unanime. Puntuale il loro apporto in termini di esperienza e determinazione. Sono sempre gli ultimi a mollare. Bravi e attenti dietro, non sempre propositivi nel sostenere la manovra offensiva. Garanzie.

Marco Andreolli, Dario Dainelli e Francesco Acerbi: voto 6.5. Uno dei punti di forza del Chievo di quest’anno è stata la solidità del pacchetto arretrato. Il passaggio a 5 dietro ha sicuramente aiutato, però vanno anche dati i giusti meriti a questi tre difensori che solo in rari casi non si sono dimostrati all’altezza (soprattutto contro le “grandi” qualche disattenzione c’è stata). Il “granitico” ed esperto Dainelli al centro, e i “rampanti” Andreolli/Acerbi ai suoi lati: la salvezza dei gialloblu è passata anche da questo mix. Determinanti.


Boukary Drame: voto 6.5. Se non fosse stato per qualche infortunio di troppo si sarebbe meritato un 7 pieno. Peccato. Nonostante tutto il mancino senegalese si è riconfermato ad alti livelli anche in questa stagione. Grinta, corsa, solidità e soprattutto sostegno imprescindibile alla manovra offensiva. Incontenibile.

Luca Rigoni: voto 7. Il capitano si è preso per mano il Chievo Verona. Stagione da incorniciare la sua, ricca di quantità e qualità. Trasmette grinta e vitalità alla squadra, mette ordine al centrocampo e da buone geometrie a tutte le manovre. Il “buon” Luca sta diventando grande. Leader.

Isaac Cofie: voto 6.5. Una delle sorprese più liete. Il classe ’91 nel giro di poche partite riesce, complice anche la lungodegenza di Luciano, ad impossessarsi della maglia da titolare senza più separarsene. Un martello che corre a mille all’ora per 90 minuti, lotta, si fa sentire e gioca la palla senza timori reverenziali. In un centrocampo “operaio” come quello clivense la sua presenza è essenziale. Guerriero.

Perparim Hetemaj: voto 6. Stagione senza infamia ne lode. Vero, il suo contributo lo apporta sempre, però è palese una leggera flessione rispetto allo scorso anno in cui era stato protagonista assoluto. Sufficiente.

Roberto Guana: voto 6. L’esperienza al servizio della squadra. Punto di riferimento per i compagni, non butta mai via la palla e gioca ogni partita con la sapienza e l’intelligenza del veterano. Gli anni passano ma il rendimento rimane invariato. Concreto.

Alberto Paloschi: voto 6. Un diamante grezzo che fatica a raffinarsi. Nella prima parte del campionato è determinante, timbra spesso il cartellino e fa da terminale “killer” di tutte le azioni dei gialloblu. Nel girone di ritorno progressivamente si spegne, fino a perdere la titolarità. Altalenante.

Adrian Stoian: voto 6. Peperino imprevedibile e imprendibile. Si ritaglia molti spezzoni soprattutto nei finali di gara. Classe ’91 tecnico, agile, brevilineo ed estroverso. Dotato di colpi che possono cambiare il volto alla partita in qualsiasi istante. Pecca ancora in continuità di rendimento, però le basi per diventare un giocatore importante ci sono eccome. Talento.

Sergio Pellissier: voto 6. Voto dato alla professionalità e alla serietà di una bandiera che ha vissuto la peggior stagione da quando veste la casacca clivense. Dall’arrivo di Corini viene relegato in panchina. L’impegno da parte sua, però, non manca mai tanto che sul finire della stagione riconquista il posto e contribuisce in modo determinante al raggiungimento della salvezza. Highlander.


Cyril Thereau: voto 7.5. L’uomo in più. E’ stato il suo anno, quello della definitiva consacrazione. Pedina imprescindibile dello scacchiere, di Di Carlo prima, e Corini poi. Segna, sforna assist e da imprevedibilità alla manovra offensiva clivense. Tutte le azioni passano da suoi piedi magici, è sempre lui ad aprire le ermetiche difese avversarie con giocate ad effetto, illuminanti. In passato ci azzardammo ad etichettarlo lo “Zidane del Chievo Verona”: ebbene, qualche tempo dopo possiamo costatare che il nostro paragone non si è rivelato poi così forzato. Mattatore.

Eugenio Corini: voto 6.5. Subentra a Di Carlo in un momento drammatico della stagione. E’ alla prima stagione nel calcio che conta ma non sembra percepire alcuna pressione. Anzi. Fin da subito, si prende delle licenze non da poco: relega in panchina il capitano e cambia modulo in corsa solo per citare le due più vistose.  A volte il gioco e la voglia di portare a casa risultato pieno sono mancati (in certe partite un po’ di determinazione e convinzione in più non sarebbero guastati). Però il suo obbiettivo l’ha raggiunto e questo è ciò che veramente conta. Il “bel gioco”, per ora, può attendere. Chapeau!

Positiva anche la stagione di quei giocatori che hanno trovato meno spazio come Cesar, Jokic, Sampirisi, Papp, Seymour, Vacek, Luciano, Samassa…..Ragazzi che hanno giocato meno, apportando comunque un contributo fondamentale per il raggiungimento della salvezza, “lo scudetto del Chievo Verona”.

 

Nicola Ledri