Intervista esclusiva con il portiere della squadra di un paese di 406 abitanti promossa per la prima volta tra i professionisti. 

Il Castel Rigone (immagine dal web)

Il Castel Rigone (immagine dal web)

Uno stadio da 500 posti per 406 abitanti, una frazione di Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia. Con un presidente come l’imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli, il Castel Rigone ha coronato la sua favola: vincendo per 2-1 a Scandicci, la squadra umbra ha concluso in testa il girone E della Serie D, precedendo di un punto il Casacastalda (altra frazione della provincia di Perugia che conta 659 anime), e ha guadagnato la sua prima storica promozione tra i professionisti, in Lega Pro.

Fondata nel 1998, la squadra umbra è arrivata in quindici anni dalla Terza categoria alla Lega Pro. L’anno era iniziato con  mister Bocchini in panchina ma dopo essersi trovata in fondo alla classifica, il presidente Cucinelli ha deciso di affidare la squadra a Federico Giunti, sostituito, a sua volta,  da Luca Quarta, direttore sportivo che ha ricoperto, fino a fine della stagione, anche il ruolo di allenatore.


Situazione inedita che, però, ha portato la squadra alla storica promozione. Una bella favola, di quelle che amiamo su “Stromberg non è un comodino”: ce la siamo fatta raccontare da Francesco Franzese, esperto portiere con un trascorso a Verona, alla Juve Stabia, al Novara e alla Nocerina, con presenze anche in Serie B, che ha trovato una nuova dimensione in un paesino del centro Italia.

Come vive uno come lei, che ha calcato palcoscenici importanti, una dimensione come quella di Castel Rigone? 
“La vivo nei migliori dei modi perché quella di Castel Rigone è una bellissima realtà, nel senso che si può fare calcio con la massima serenità senza avere l’assillo di dover vincere a tutti i costi perché le cose più importanti per questa società sono l’educazione, il rispetto e la lealtà. E non sono frasi di circostanza, è proprio così”.

A quali imprese o favole del passato, secondo lei, è paragonabile la vostra?
“Potrebbe assomigliare a quella del Chievo, anche se il nostro presidente ha sempre dichiarato di non voler fare calcio ad alti livelli, pur disponendo di tutte le possibilità per farlo”.

Come gioca la vostra squadra?
“Ci schieriamo con un 4-3-1-2. La rosa è un buon mix tra giocatori giovani ed esperti”.

Perché è stato mandato via Federico Giunti?
“Nella gestione Giunti abbiamo fatto benissimo: 13 vittorie, 6 pareggi ed una sola sconfitta. Poi la società ha deciso di esonerarlo e noi giocatori non abbiamo potuto fare altro che accettare questa decisione. Ma, grazie alla solidità della società e del gruppo, siamo riusciti lo stesso ad ottenere grandi risultati”.


Qual è stato il segreto del successo del Castel Rigone?
“Sicuramente il fatto che tutti insieme siamo riusciti a superare un grandissimo momento di difficoltà: considerate che nelle prime sette giornate abbiamo perso cinque partite, che sono tantissime per una squadra che punta a fare un buon campionato. A questo va aggiunto il merito di una società straordinaria alle nostre spalle”.

E adesso? Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
“Voglio rimanere a Castel Rigone e continuare a fare bene insieme a questa squadra. Soprattutto ci tengo a rimanere legato a questa società che non ha niente da invidiare, per serietà e organizzazione, a quelle più blasonate”.

Emanuele Giulianelli