Duro attacco del numero uno sardo che non ci sta al trattamento subìto dal suo Cagliari

Massimo Cellino, numero uno del Cagliari (foto dalla rete)

Massimo Cellino, numero uno del Cagliari (foto dalla rete)

Arriva direttamente dal quartier generale del Cagliari l’ ennesimo sfogo sulla querelle stadio, diventato un autentico giallo della Serie A che, tuttavia, non sembra trovare sbocchi risolutivi immediati.

A braccetto il Presidente Massimo Cellino ed il capitano Daniele Conti lanciano l’ennesimo segnale mediatico nel vano tentativo di far muovere le acque alla pubblica amministrazione del capoluogo sardo.

Molto duro, quasi rassegnato, il commento di Cellino dopo la gara persa ad Udine:

Il morale dei ragazzi ha raggiunto i minimi storici. E’ uno strazio ogni volta che li incontro perchè non riesco a guardarli negli occhi, è come se avessi la sensazione di imbrogliarli. Loro si impegnano in ogni partita perchè sono legati alla maglia, il problema è che giocano sempre in trasferta; chiunque arrivi al Nereo Rocco viene per fischiarci ed insultarci, certamente non per incitarci. Quando segnano gli altri c’è il boato, invece, quando lo fanno i ragazzi c’è un silenzio assordante. Per quale motivo il Cagliari dovrebbe continuare ad esistere se gioca da solo? Se questa situazione non cambierà chiudiamo tutto. Sono molto grato alla città di Trieste per l’accoglienza e la disponibilità ricevuta ma se siamo diventati una zavorra ce ne andremo altrove.”


Peccato, però, che ad inizio stagione Cellino abbia indicato come campo principale il “Nereo Rocco” di Trieste, inoltre per questioni di regolamento non è più possibile effettuare cambi di sede di gioco in corsa; quindi, fino a quando non sarà reso agibile il “Sant’Elia”, il “Nereo Rocco” sarà la casa dei sardi.

Le parole del massimo esponente sardo hanno trovato manforte dalle dichiarazioni choc del capitano Conti, il quale minaccia di non scendere più in campo – Siamo stufi di giocare a Trieste. Quando ho firmato il contratto che mi legava al Cagliari mi aspettavo di giocare nel capoluogo sardo, non certo di stare sempre su un aereo in giro per l’Italia. Non voglio sapere di chi sia la colpa di tutto questo e la cosa nemmeno mi interessa, so solo che ci siamo stancati di tutta questa situazione e non abbiamo più intenzione di restare a guardare. Uno sciopero? Ne parlerò con i compagni, perchè no?”

Mario Miccio