La finale che non ha mai giocato. E’ stato questo il primo pensiero di Helio Neto, uno dei tre calciatori della Chapecoense sopravvissuti al disastro aereo che ha scioccato e commosso il mondo. Risvegliatosi dal coma indotto, Neto ha domandato come mai si trovasse in un letto di ospedale coperto di ferite e come fosse finite la partita con l’Atletico Nacional, l’andata della Copa Sudamericana che avrebbe dovuto giocare a Medellin con i compagni di squadra.
Sicuramente il risveglio è stato brusco, con gli effetti della tragedia indelebili sia su Neto che su tutto il mondo, sia calcistico che non. Lui non ricorda niente di quanto accaduto, e per ora continuerà a non sapere, come ha raccontato il medico del club. “Lo psicologo ci ha raccomandato di non dirgli nulla ed evitare uno shock emozionale che potrebbe danneggiare il suo recupero – spiega il dottore -. Le prossime 48 ore saranno importanti ma registriamo progressi”.
Quella finale non è mai stata giocata, ma la Chapecoense ha ricevuto la Copa, assegnata d’ufficio. Giocherà così la Copa Libertadores, e si concentrerà sulla ricostruzione. Il campionato intanto si è chiuso con una scena quantomeno strana: all’Arena Conda’ dove oggi si sarebbe dovuta giocata la gara fra Chapecoense e Atletico Mineiro non si sono presentate le due squadre, mentre la Cbf, la Federcalcio brasiliana, ha inviato per una questione di protocollo non potendo cancellare l’incontro, la terna rbitrale. Entrambe le squadre verranno dichiarate sconfitte a tavolino 3-0, risultato che non cambierà nulla in classifica.