Il mondo del calcio è regolamentato per filo e per segno sotto moltissimi aspetti. Praticare questo sport e appartenerci come protagonista, pertanto, implica il rispetto di tutta una serie di regole, calcistiche, comportamentali e deontologiche, dalle quali non si può prescindere. Anche perché la FIFA non ci pensa due volte a multare i trasgressori.

Nell’occhio del mirino ci sono, ovviamente, i calciatori, per i quali sono previsti degli specifici divieti e restrizioni per comportamenti e stili di vita che non possono assolutamente adottare, accettati e firmati nei contratti stipulati con i club e le società di appartenenza.

 

Quello che i calciatori… non possono assolutamente fare

 

 

9 divieti per i calciatori

1. Vietato ingrassare
Un calciatore professionista, per tutto il tempo in cui risulta sotto contratto con una società, non può ingrassare. La propria forma fisica è un “trofeo” da conquistare che, una volta ottenuto, non gli appartiene più, dal momento che non può decidere da sé se mangiare un po’ di più in una particolare occasione, a tavola in famiglia o con gli amici. Perché un giocatore in forma è uno sportivo che gioca bene, e uno sportivo che gioca bene è un investimento proficuo.

Un caso eclatante è quello del Montpellier di alcuni anni fa: questa squadra aveva imposto una tassa molto salata ai propri tesserati, ossia il pagamento di 1€ di multa per ogni grammo preso dal singolo calciatore.

 

2. Vietato salire su una motocicletta
Per le società calcistiche, la motocicletta è un mezzo altamente pericoloso, quindi ai calciatori è fatto assoluto divieto di farci un giro per scongiurare anche il minimo rischio di incidente.

 

3. Vietato praticare altri sport
Non è raro che uno sportivo ami praticare molti sport, anche se poi ha fatto del calcio la sua professione. Questo, però, è severamente vietato e penalizzato con delle multe. Un giocatore ha il divieto di praticare altri sport fuori dal contesto agonistico: se dovesse farsi male, la società ci rimetterebbe non poco. Il divieto vale anche nel caso in cui il giocatore voglia fare una partita di calcio con gli amici.

 

4. Vietato vestirsi a proprio piacere
Sembra assurdo, ma chi fa il calciatore professionista non è libero di vestirsi come gli pare. Per i calciatori vige il divieto di scegliere i propri vestiti anche per indossarli in occasioni informali della propria vita, perché i paparazzi sono ad ogni angolo e le telecamere li seguono praticamente ovunque.

Il motivo è legato agli sponsor che appoggiano le società sportive, ai quali tutti i calciatori devono attenersi. Se un calciatore si dovesse far vedere in giro con addosso un capo firmato da un’altra azienda, rischierebbe multe salate. Il brand che veste la squadra di appartenenza è più importante di quanto si possa immaginare.

 

5. Vietato indossare altre maglie con delle scritte sotto alla maglia della squadra
È capitato spesso che alcuni bomber sollevassero la maglia dopo un goal, prima dell’inizio della partita o al termine, per mostrare una scritta, uno slogan di appoggio, un messaggio sociale. Dalla FIFA arriva pure questo stop.

Dal 1° giugno 2014, ai calciatori è fatto divieto di mostrare scritte sotto alle maglie da gioco, così come immagini dedicate alla famiglia o che richiamano altri loghi. Non è più possibile fare dediche di nessun tipo e, qualora questo accadesse, non è l’arbitro a sanzionare il giocatore, ma sarà l’organo che disciplina la competizione ad adottare dei provvedimenti e dei richiami disciplinari per questo comportamento.

 

6. Vietato scommettere sulle partite
Nei contratti sportivi che firmano i calciatori figura un divieto molto importante che riguarda le scommesse sportive. I calciatori non possono assolutamente scommettere su una partita di calcio e la storia passata ha conosciuto casi di calciatori squalificati, radiati dal mondo del calcio o sottoposti a processo per aver giocato una schedina o aver scommesso online anche su casino non aams sicuri, oltre al famoso scandalo delle calcioscommesse del 2011.

Questo divieto è sancito dall’art. 24 del Codice di Giustizia Sportiva sul divieto di scommesse e obbligo di denuncia, esteso anche ai giocatori dilettanti e a quelli del settore giovanile (ma con alcune differenze), che recita: “Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”.
Nel comma 5, l’art. 24 specifica anche l’obbligo di denuncia: “I soggetti che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati nei commi (1) e (2), hanno l’obbligo di informare, senza indugio, la procura federale”. I soggetti che non denunciano, rischiano l’inibizione o la squalifica per 6 mesi e una multa non inferiore a 15.000€.

Ai tesserati della FIGC che violano l’obbligo di scommesse, viene applicata una sanzione minima, che consiste nell’inibizione o la squalifica per un periodo minimo di 3 anni, oltre a un’ammenda non inferiore ai 25.000€. Violazione aggravata nel caso in cui dovesse venire accertata anche la responsabilità della società coinvolta nei fatti, e punita con la “penalizzazione di uno o più punti in classifica”, con la “retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza”, con “l’esclusione dal campionato di competenza”, fino alla “non assegnazione o revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia o di vincente del campionato”.

 

Divieti ai calciatori durante il Covid

Altri divieti sono stati imposti come misura di contrasto alla diffusione del Coronavirus. Per ripartire in sicurezza, infatti, anche il mondo dello sport ha dovuto attenersi a una serie di normative che rispettino il distanziamento e il contenimento della propagazione dell’infezione da Covid-19, sebbene tutti i componenti del reparto sportivo siano tenuti sotto controllo da tamponi quotidiani.

 

7. Vietato sputare e bere dalla stessa bottiglia
Durante le partite si assiste molto spesso ai giocatori che sputano per terra. Dal momento che il contatto con la saliva è uno dei principali mezzi di propagazione del virus, i calciatori hanno il divieto di sputare per terra. Per lo stesso principio, vi è il divieto di condividere la bottiglia d’acqua con i compagni di squadra.

 

8. Vietato scambiare le maglie
Le maglie sono sudate, dunque potenzialmente infette, motivo per cui i giocatori non possono scambiarle tra di loro come erano soliti fare alla fine di una partita.

 

9. Vietato abbracciarsi in campo
Tutti i giocatori, nessuno escluso, festeggiano un goal abbracciando e baciando i propri compagni. Così come per tutti i cittadini vige l’obbligo del distanziamento, anche gli sportivi devono faticare per rispettare questa regola.