TuttoCalciatori.Net ha intervistato in esclusiva il neo tecnico del Pescara

Giovanni Stroppa

Giovanni Stroppa (Foto dalla rete)

Giovanni Stroppa è ufficialmente il nuovo tecnico del Pescara, scelto dal presidente Sebastiani e dal direttore sportivo Delli Carri per guidare la squadra abruzzese al suo ritorno nella massima serie dai tempi di Dunga e del mister Galeone. Stroppa, un passato prestigioso da calciatore con le maglie, tra le altre, di Foggia, Lazio, Milan e Udinese, nello scorso campionato ha condotto il Sudtirol a una tranquilla salvezza in Prima Divisione Lega Pro, grazie a un gioco fresco, spumeggiante, ma concreto.

Proprio il suo modo di far giocare la squadra ha spinto la dirigenza pescarese a puntare decisa su di lui per sedersi sulla panchina lasciata libera da Zeman dopo la promozione. Abbiamo intervistato Giovanni Stroppa in esclusiva per Tuttocalciatori.net poche ore dopo la conferenza stampa di presentazione.

Complimenti, è arrivato ad allenare in Serie A! Che effetto le fa?
“Non lo so, nel senso che finché non scenderò in campo e comincerò realmente ad allenare non saprò cosa si prova. Mi sembra tutto inverosimile perché è stata una sorpresa inaspettata, anche se era nell’aria da qualche giorno. È un bel salto, ancora non mi sembra vero!”

Come è nata la trattativa con il Pescara?
“Il direttore Delli Carri mi aveva già paventato l’idea di ingaggiarmi. Quattro giorni fa mi ha chiamato e mi ha chiesto di raggiungere Pescara al più presto per fare un colloquio. Quando sono uscito dal suo ufficio ero già il nuovo allenatore del Pescara”.

Aveva altre offerte?
“Sì, soprattutto nell’ultima settimana si stavano consolidando alcune situazioni importanti che, però, ho lasciato in standby. Quando è arrivata questa nuova proposta ho declinato le altre offerte”.


Le pesa l’eredità di Zeman?
“Se parliamo in termini di risultati, di gioco espresso, del modo in cui è stato vinto questo campionato è una bella responsabilità anche perché lui è, rimane e sempre sarà irraggiungibile. È un maestro per tutti, soprattutto per chi, come me, è stato allenato da lui e non ho sentito nessuno di loro parlarne male. Però parlando tecnicamente, di quello che si prospetta sul piano lavorativo, non è un peso o una responsabilità, ma un vantaggio perché posso partire da una base che c’è già”.

Quale obiettivo le è stato chiesto di raggiungere?
“Il nostro obiettivo è senza dubbio la salvezza a tutti costi. Vedremo in che modo raggiungerla. Con il Sudtirol la salvezza era il traguardo primario e l’abbiamo raggiunto con prestazioni esaltanti perché per me meglio si gioca e più possibilità si hanno di vincere. Quindi mi auguro di portare questa nuova mentalità anche in Serie A, anche se la difficoltà di questo campionato è evidente. Sembrerebbe quasi proibitivo se ci limitassimo a guardare le squadre che ci sono davanti; ma, per fortuna, il nostro campionato è fatto anche di squadre come la nostra che lotteranno per non retrocedere”.

Tatticamente, come pensa di impostare la squadra?
“Dico 4-2-3-1 o 4-3-3 se dobbiamo dare dei numeri, poi vedremo di volta in volta in base ai giocatori e agli avversari. Diciamo che, per quello che è il mio passato recente, non mi disposto molto da questi due sistemi di gioco”.

I talenti del Pescara sono corteggiati da tutta la Serie A. Verranno ceduti in molti o rimarranno in Abruzzo?
“Come ho detto anche in conferenza stampa, non parlo di mercato. Non ci siamo ancora seduti a parlarne e, quindi, mi sento in dovere di non anticipare nulla”.

Un’ultima domanda: Pescara, per lei, è un punto d’arrivo o di partenza?
“Sicuramente un punto di partenza. Da grande volevo fare l’allenatore e mi si offre un’opportunità importante; volevo farlo in Serie A e, dopo un solo anno in panchina tra i professionisti, ci sono già arrivato. Adesso arriva il difficile: mantenere questa opportunità che mi è stata data”.

Emanuele Giulianelli