TuttoCalciatori.Net ha contattato l’indimenticato bomber di Verona, Chievo e Venezia Michele Cossato con cui abbiamo parlato della sua carriera e del nuovo Hellas Verona targato Maurizio Setti.

Michele Cossato

Michele Cossato dopo un gol (foto dalla rete)

Michele Cossato debutta a 17 anni nel calcio che conta con la maglia del Chievo Verona, club per il quale milita 11 anni. Dopo l’esperienza clivense e alcuni prestiti, nel ’97 passa al Venezia dove assieme al collega di reparto Stefan Schwoch mettono a segno 28 reti che valgono la promozione in serie B per i lagunari. L’anno successivo arriva a Bergamo ma saranno due stagioni sfortunate, poche presenze e poche reti.

Nel 2000 ritorna a Verona sponda Hellas, ed in tre stagioni colleziona 51 presenze e 6 gol. Qui sarà ricordato come uomo salvezza in quanto risulterà decisivo il 24 giugno 2001 nella finale spareggio con la Reggina che regalerà la permanenza in serie A per gli scaligeri. Dopo questa grande esperienza, passa a Firenze, poi Cittadella e Montichiari. Termina la sua carriera da calciatore al Domegliara in eccellenza Veneta, dove milita per due stagioni.

Nella tua lunga carriera quali sono state le stagioni più importatnti?
“Ho dei bei ricordi per ogni posto nel quale sono stato. Al Chievo ho vinto i campionati dalla C2 fino alla B, sono arrivato giovanissimo e l’esperienza clivense mi ha sicuramente formato. Poi sono approdato al Venezia ed anche lì ho vissuto un’annata stupenda vincendo il campionato di serie B arrivando in serie A con un gruppo fantastico. Infine il ricordo che porterò sempre nel cuore è l’anno della savezza dell’Hellas Verona con finale spareggio a Reggio Calabria, dove ho messo a segno il gol decisivo nei minuti finali. Se sono entrato nella storia dell’Hellas Verona lo devo anche a questo gol!”


Il mister che ti ha lasciato qualcosa in più degli altri?
“Io ho un grandissimo rapporto e dovrò sempre ringraziare Alberto Malesani, perché mi ha fatto diventare un giocatore, mi ha formato e mi ha fatto capire come ci si doveva comportare per diventare un giocatore professionista. Per me lui è il più importante alleatore incontrato durante il percorso, e se sono diventato un giocatore lo devo a lui.”

Il compagno con cui hai legato di più?
“I compagni con i quali ho legato di più sono Maurizio D’Angelo e Ivan Moretto. Siamo cresciuti calcisticamente assieme e con loro mi sento spesso ed ho un ottimo rapporto.”

Rapporto con Verona città?
“Verona è la mia città! Sia da giocatore del Chievo che da giocatore del Hellas mi sono sempre trovato benissimo. Io sono tifoso dell’Hellas quindi sono stato orgoglioso di vestire questa maglia. Anche il rapporto con i tifosi è sempre stato ottimo, ho sempre lottato per la maglia. Devo ringraziare i tifosi, tuttora dopo 11 anni dal gol salvezza ogni giorno vengo fermato e ringraziato per quel gesto. Sono fiero di essere entrato a far parte di una società gloriosa come l’Hellas Verona.”

Passiamo all’Hellas. Mercato stellare per la serie B?
“Si. Ho letto, hanno fatto una campagna acquisti davvero importante. Con l’arrivo di Setti gli investimenti sono aumentati e sono arrivati davvero degli ottimi giocatori. A Verona l’entusiasmo è alle stelle, basti vedere le file per sottoscrivere l’abbonamento per la stagione alle porte. Un entusiasmo così a Verona non si vedeva da parecchio tempo. E’ una città che ha bisogno di calcio, e se dovesse riuscire ad andare in serie A altro che dodicimila abbonati, arriveremmo a cifre molto più alte! I tifosi se lo meritano, sono sempre vicini alla squadra e si meriterebbero la gioia immensa di ritornare in serie A!”


Sforzini, Caracciolo e Cacia. Il nome più adatto per l’attacco dell’Hellas?
“Conosco il modo di giocare di tutti e tre gli attaccanti, credo comunque che Sforzini sia quello che al momento possa essere il miglior rinforzo per il Verona. Quando è arrivato nella stagione ’05 – ’06 era ancora giovane, adesso è davvero un attaccante completo che può fare la differenza. Quindi se devo scegliere, scelgo lui.”

L’alto numero di giocatori in entrata può essere un fattore negativo per il gruppo dello scorso anno?
“Secondo me no, a parte che mister Mandorlini è un grande condottiero e sa come motivare e gestire un gruppo. Poi una squadra che vuole vincere ha bisogno di tutti, non puoi vincere in 13-14 giocatori come 10 anni fa, le partita sono molte di più e si ha bisogno di molti giocatori dello stesso livello per ottenere un ottimo risultato. La piazza farà sentire importanti tutti i calciatori ed i tifosi daranno sicuramente una mano affinché l’inserimento avvenga nel migliore dei modi.”

Grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo.
“Grazie a voi.”

Michele Zomer