Dopo le voci dei giorni scorsi, l’allenatore italiano lascia la panchina della Dinamo Bucarest. A TuttoCalciatori.Net racconta la situazione assurda nella quale si è trovato a lavorare.

Dario Bonetti (immagine dal web)

Dario Bonetti non è più l’allenatore della Dinamo Bucarest. Alla fine di una lunga trattativa, il tecnico italiano e la dirigenza della squadra sono arrivati a un accordo per la rescissione consensuale del contratto, dopo una transazione. Dario e il suo staff lasciano, così, la capitale della Romania, tra la contestazione dei tifosi che gli sono sempre stati accanto e avrebbero voluto tenerlo sulla panchina della loro squadra del cuore e un feeling mai instauratosi con tutti i proprietari del club.

Già da lunedì sera si erano sparse voci su un esonero (delle quali vi abbiamo riferito qui), poi smentite dal diretto interessato.Ora che l’esperienza è conclusa, Dario Bonetti ha raccontato in esclusiva a noi di TuttoCalciatori.Net l’assurda situazione che si è trovato a vivere nella Dinamo Bucarest.

“Lavorare a Bucarest è stato ed è difficilissimo! Con tre proprietari, ognuno dei quali compra i propri giocatori, senza un direttore generale e un obiettivo dichiarato comune, una squadra di valore medio, con molti calciatori giovanissimi, anche del ’94, obiettivamente non si poteva fare di più, soprattutto in questo momento!”

L’amarezza è tanta in questo momento.
“Da sempre sapevo che, nonostante le vittorie con una rosa mediocre, ottenute contro ogni pronostico, alle mie spalle lavorava e lavora un gruppo di manager ed ex dirigenti con interessi molto forti in vari settori”.

I tifosi, però, Le sono stati sempre vicino.
“La cosa importante è stata conquistare due trofei (Coppa e Supercoppa di Romania) e l’affetto di tutta quella parte di gente che vive il tifo con passione, che con sacrificio e calore sostiene senza pausa la squadra. Così, come per altro già sapevo, l’altra sera ho avuto un’altra dimostrazione di quanto tutti i nostri tifosi più accaniti fossero con me. Contro il massacro mediatico pilotato, che da mesi stava cercando, per fortuna senza successo, di spingermi a dare le dimissioni, e contro la falsa notizia del mio esonero, sono scoppiati disordini sia allo stadio, sia sotto gli uffici dell’unico proprietario che vorrebbe mandarmi via. È stata costretta a intervenire la gendarmeria, facendo sì che dopo un paio d’ore la protesta prendesse una direzione più civile”.


In un certo senso è stata una liberazione per Lei.
“Purtroppo qui è impossibile fare di più, costruire qualcosa. Ci sono troppe correnti con obiettivi diversi, sia all’interno che all’esterno del club. Troppo stress”.

Oltre a lei, torna in Italia anche il suo staff?
“Sì, abbiamo deciso di venire via tutti. Non si poteva più resistere a Bucarest”.

Ringraziamo Dario Bonetti per la sua disponibilità e per averci concesso l’intervista ESCLUSIVA.

Emanuele Giulianelli