Marco Pergolizzi, classe ’92, un terzino sinistro come se ne trovano pochi in circolazione. Suo padre è Rosario Pergolizzi, che vanta presenze in serie A con la maglia dell’Ascoli e del Napoli.
Abbiamo intervistato il giovane difensore marchigiano, ma formatosi nel settore giovanile del Palermo, che ha assaggiato il professionismo e che punta decisamente a tornarci forte delle esperienze vissute in questi anni.

Marco Pergolizzi (foto dalla rete)

Marco Pergolizzi (foto dalla rete)

Marco ha un curriculum di tutto rispetto nonostante la giovane età, e ha alte ambizioni per il suo futuro.
«Sono cresciuto nel settore giovanile di una squadra importante come il Palermo dove ho vinto lo Scudetto Primavera e l’anno dopo ho collezionato 24 presenze sempre con il Settore Giovanile rosanero. A luglio 2010 mi sono trasferito alla Sambenedettese, in serie D, ma per varie vicissitudini ho nell’almanacco soltanto una presenza con i rossoblù e a gennaio sono tornato alla Primavera rosanero.

La mia prima vera esperienza è stata in serie D con il Marsala dove ho disputato 29 partite. Nel 2012, poi, ho avuto la possibilità di esordire nei professionisti, in C2, con il Milazzo dove ho giocato 8 partite complici anche le difficoltà economiche della società siciliana (poi fallita ndr). A dicembre 2013 ho deciso di rilanciarmi giocando in Eccellenza Marche con il Grottammare totalizzando 20 presenze, sempre da titolare. Le squadre in cui ho giocato mi hanno voluto fortemente, dovunque sono andato ho sempre dato il mio contributo, ho dato il massimo in ogni squadre e in ogni categoria.

C’è qualche allenatore che ricordi maggiormente?
«Beh non posso non ricordare e ringraziare i mister Sciacca, Tosi e Zaini che hanno sempre creduto in me schierandomi titolare. Tosi in primis ha creduto in me facendomi esordire in Seconda Divisione al Milazzo, è stata una sensazione fantastica che spero di riprovare già nella prossima stagione. Tosi mi ha dato fiducia e come lui gli altri mister che sono venuti dopo, hanno sempre creduto nel mio valore, mi hanno fatto fare nuove esperienze e mi hanno fatto crescere in primis calcisticamente, ma anche come persona e grazie a loro ho acquistato piena fiducia nei miei mezzi».


Che rapporto hai con tuo padre Rosario?
«Sembra banale dirlo, ma abbiamo un rapporto padre-figlio molto stretto. Mi dà tanti suggerimenti, consigli, mi fa crescere come calciatore e come uomo. Mi dice dove sbaglio e dove no. Per me è una figura fondamentale, però ci tengo molto a dimostrare il mio valore e voglio fare strada da solo».

Quali sono le tue ambizioni future?
«Arrivare in serie A o B sarebbe il massimo dell’aspirazione, ma sono realista e spero di trovare una squadra in serie C.  So che non è facile a causa della riforma che ha tagliato molte squadre, ma sono giovane e posso dare veramente tanto. Mi sento pronto per una serie C, voglio arrivare in alto. Non disdegnerei comunque nemmeno una D ambiziosa. L’importante per me è giocare a calcio e dimostrare la mia bravura, i miei mezzi e il mio valore».

Lara Facchini