Intervista esclusiva alla leggenda del calcio sloveno, ora direttore sportivo del Maribor.

Zlatko Zahovic con la maglia della Slovenia (immagine dal web)

Zlatko Zahovic con la maglia della Slovenia (immagine dal web)

Zlatko Zahovic, classe 1971, è stato uno dei più grandi giocatori di nazionalità slovena. Talento cristallino, genio e sregolatezza, come si suol dire, ha girato l’Europa in lungo e il largo, dal Partizan Belgrado, passando per il Proleter Zrenjanin, al Vitoria Guimaraes, poi il Porto, l’Olympiakos, il Valencia e il Benfica.

Ha vinto molto, in particolare quattro campionati in Portogallo, ma con il suo talento si sarebbe sicuramente meritato di più.
Con 80 presenze e 35 reti realizzate è il recordman della nazionale della Slovenia. Oggi è il direttore sportivo del Maribor.

Stiamo assistendo a un ottimo momento di crescita del calcio sloveno. Come se lo spiega?
“Sì, il nostro movimento sta crescendo molto, nei club e nella nazionale. Il motivo? Finalmente abbiamo opportunità di giocare partite internazionali, cosa che non avevamo quando c’era l’ex Jugoslavia. Ora possiamo giocare nelle massime competizioni continentali ogni anno come club sloveni e la nostra nazionale può disputare le competizioni più importanti. Per noi è un sogno che si realizza”.

Cosa significa avere il Maribor in Champions League dopo 15 anni?
“E’ molto importante, la Champions è la più importante competizione per club del mondo e di questo siamo orgogliosi. Ma non ci basta partecipare, vogliamo vincere partite, fare punti, essere competitivi”.

Come vi sentite a giocare contro squadre con budget così grandi e così ricche?
“Alla fine è solo calcio, si tratta solo di giocare a calcio. E noi giochiamo a calcio. Il budget è importante, ma ciò che conta è vincere le partite. Noi siamo un piccolo club, lo sappiamo, ma siamo molto ambiziosi, vogliamo vincere sempre, cerchiamo sempre di fare del nostro meglio”.

Il Maribor può superare i gironi?
“Difficile da dire. Noi ragioniamo partita dopo partita e alla fine vedremo cosa succede. Dobbiamo solo vincere, è l’unico modo”.


Nella vostra squadra c’è suo figlio Luka. Che giocatore è? Simile a lei?
“E’ giovane, molto giovane, ha 18 anni. Sta cercando di costruirsi la sua carriera, sta crescendo molto come calciatore e sta facendo del suo meglio”.
Il nome Zahovic può pesare?
“Forse un po’, ma lui è molto forte psicologicamente. Lavora duro e fino ad ora il nome non gli ha pesato”.

Le sue qualità migliori?
“Fiuto del gol (in italiano), sente molto la porta”.

E i difetti?
“A 18 anni deve avere per forza molti difetti perché deve lavorare molto e soffrire. Non ha finito, è solo all’inizio!”

E lei, cosa vuol fare da grande? Ds, allenatore?
“Il calcio è imprevedibile, non puoi parlare di futuro: non sai cosa accade nella prossima partita, figurati a fare progetti. Ho il patentino UEFA Pro per allenare, sono direttore sportivo: dipende dalle opportunità che mi si presenteranno, è difficile da dire ora cosa farò nel futuro”.

Nomi di talenti del Maribor e del calcio sloveno di cui sentiremo parlare?
“Petar Stojanovic, è nato nel 1995. Terzino destro, uno dei migliori prospetti in Europa nel suo ruolo”.

Lei è una leggenda del calcio sloveno, il più grande calciatore: qual è stata la sua miglior partita?
“Tantissime. Ma ciò che è più importante è che il passato è passato, non ci penso”.

Emanuele Giulianelli
@EmaGiulianelli