A 34 anni è già Direttore sportivo in Serie D. Per lui la nuova sfida a San Benedetto.

Pallone

Pallone (foto dalla rete)

Aniello Martone brucia le tappe. E’ stato nominato nuovo Ds della Sambenedettese da pochi giorni. Una scelta sorprendente vista la sua giovane età, 34 anni. A sceglierlo è stato il presidente dei rossoblù Gianni Moneti, uomo di calcio. Martone smette prestissimo col calcio giocato dopo aver militato anche in C1 con l’Avellino e diventa prima procuratore poi negli ultimi due anni è stato alla guida dei settori giovanili di Arzanese e in seguito Paganese. Ora il grande passo verso un incarico importante : provare a riportare in Lega Pro la Samb. Entusiasmo e voglia di fare non gli mancano al suo primo banco di prova.

E’ molto giovane per fare il ds. E ha accettato una vera sfida.

“E’ un passo professionale importante, una vera sfida e un orgoglio per me. Darò tutto me stesso in questo nuovo incarico in una piazza importante come San Benedetto”.

Come è arrivato a questo punto?


“Mi ha voluto il presidente Gianni Moneti. Ci siamo conosciuti alcuni mesi fa, è nato un buon rapporto di amicizia. Già in precedenza avevamo parlato del futuro della società e mi disse che se fosse rimasto mi avrebbe proposto un incarico. Ci siamo tenuti in contatto, dopo l’addio di Bucci (socio al 50% ndr) gli ho proposto l’ingresso in società di altri soci che ora hanno rilevato la metà delle quote. Con Moneti siamo in sintonia e ci prepariamo per fare un buon campionato”.

Qual’è la sua filosofia di lavoro?

“Rischiare sempre. Mi piace la sfida, le imprese facili non fanno per me. Richiedo capacità di assumersi le responsabilità e la personalità per farlo. Chi ha paura può restare nello spogliatoio. Chi osa vince”

Ha scelto un incarico non semplice infatti.

“Ho sempre desiderato lavorare in piazze calde. Un ambiente passionale e esigente ti da una spinta in più e una motivazione particolare quando fai calcio. C’è anche il rovescio della medaglia, certo, rischi di bruciarti presto però ripeto, a me piacciono le sfide e questa lo è”.

Da chi ha tratto più insegnamenti da calciatore?

“Ho avuto tanti validi allenatori. Auteri, Silva, Ficcadenti. Ma quello che mi ha influenzato di più è stato Aldo Ammazzalorso ad Avellino. Era il tipo che sapeva rischiare, era un allenatore audace ma che sapeva anche motivare come nessuno i giocatori, cementare il gruppo e creare un clima di serenità nello spogliatoio. E questo è un aspetto importantissimo, si vince solo col gruppo”.

Come si muoverà ora?

“Cercheremo di allestire una squadra competitiva che possa puntare alle posizioni alte di classifica. Non abbiamo a disposizione cifre altissime ma la bravura sta nel mettere insieme buoni organici senza spendere cifre folli. Avremo bisogno di under di prospettiva e anziani di categoria in grado di guidare i più giovani”.

E’ vero che vorreste affidare la panchina a Giuseppe Magi?

“Con lui c’è stato un incontro ieri. Al momento sta parlando con il Gubbio che per primo l’ha contattato. Se non dovesse accordarsi entro la serata di domani con gli umbri, sarà il nuovo allenatore della Samb. In caso contrario stiamo pensando già a delle alternative”.

E sul mercato quali saranno i prossimi passi?

“I reduci dalla scorsa stagione saranno pochi. La maggior parte dei giocatori dell’ultima stagione andrà via, punteremo solo su alcuni con cui parlerò di persona per valutare le loro reali motivazioni. Solo chi crede fortemente nel progetto sarà dei nostri”.