Intervista esclusiva ad Antonio Obbedio, ds attualmente in cerca di incarico.

Il ds Antonio Obbedio

Il ds Antonio Obbedio

Passare dal campo alla scrivania è un cambiamento messo in atto da molti calciatori che appendono le scarpette al chiodo, tra cui Antonio Obbedio, ex centrocampista che ha vestito (tra le altre) le maglie di Novara, Pro Vercelli, Pisa, Messina, Giulianova e Lucchese. Obbedio, una volta smesso di calcare il rettangolo verde, ha intrapreso la carriera da direttore sportivo, con esperienze ad Ancona, Teramo, L’Aquila, Savoia e Martina Franca. Ora è alla ricerca di una nuova avventura: noi intanto lo abbiamo intervistato.

Direttore, lei è stato uno dei primi ds a lavorare con il presidente del Teramo Campitelli. Che idea si è fatta di una persona che questa estate è stata molto chiacchierata?

“Personalmente posso solo parlare bene di Campitelli, che reputo una persona quadrata e precisa. Il presidente è un tipo passionale e molto serio nei pagamenti, cosa rara al giorno d’oggi nel mondo del calcio. Lo definirei particolarmente esigente, ma credo sia giusto così. Ancora oggi mi capita di vederlo e scambiarci due chiacchiere, anche perchè (abitando a Giulianova ndr) vado spesso a vedere le partite del Teramo. Il rapporto tra noi è rimasto ottimo!”.

A suo avviso, come si scoprono i talenti nel 2015? Le cose sono cambiate rispetto al passato.

“Ritengo che sia fondamentale girare sui campi, vedere direttamente i ragazzi. Purtroppo, però, vedo pochissimo scouting in giro per l’Italia: a parte alcune eccezioni, le società non sono disposte ad investire su questo lavoro, che a mio avviso è importantissimo. L’Inter e la Juventus, per esempio, coprono benissimo il territorio e inviano osservatori competenti a seguire diverse partite. Anche l’Entella è un club che apprezzo sotto questo punto di vista, in quanto pur non avendo le risorse economiche di una big, ha scelto di puntare forte sulla scoperta dei giovani”.

La Serie D è in grado di fornire talenti a categorie superiori come la Serie A o la Serie B? La Juventus, per esempio, sta per chiudere l’acquisto di Alessio Di Massimo, giovane promessa che gioca tra i Dilettanti con la maglia dell’Avezzano.

Di Massimo io l’avevo già visto quest’estate al Torneo delle Regioni: è un ragazzo interessante, ma attualmente penso che la categoria giusta per lui sia la Lega Pro. Sicuramente potrà migliorare e aspirare a categorie importanti, ma per adesso ritengo che la dimensione Juventus sia esagerata. Comunque, nei Dilettanti è possibile senza dubbio scovare dei giovani in grado di fare il salto di categoria, ma anche qui torniamo sul discorso precedente: i ragazzi bisogna studiarli da vicino e non affidarsi sempre ai filmati”.


Ci faccia il nome di due giocatori che è fiero di aver scoperto nel corso del suo incarico da direttore sportivo.

“Direi che Costa Ferreira e Sparacello sono state due belle intuizioni. Quando gli presi, erano entrambi degli under, svincolati rispettivamente da Sassuolo e Palermo. Ora giocano in Serie B e stanno facendo bene: sono contento per loro”.

Lei ha anche un importante passato da calciatore. Quale esperienza le ha regalato le emozioni più forti?

“Fortunatamente ovunque sono andato ho lasciato un ricordo positivo ed è difficile esprimere delle preferenze: Pisa, Messina, Lucchese e Giulianova sono state tutte esperienze meravigliose e piazze dove ho lasciato un pezzo di cuore. Senza dimenticare la Pro Vercelli, società che mi prese da svincolato quando stavo pensando di mettere da parte il calcio”.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro. E’ in contatto con qualche società per un prossimo incarico? Magari c’è qualche piazza dove le piacerebbe andare…

“Quest’estate ho avuto dei colloqui con 4 società diverse, sia tra i professionisti che nei Dilettanti. Alla fine, però, un accordo non è stato trovato con nessuna e così ho preferito attendere e rimanere alla finestra. Leggo sui giornali che il mio nome ultimamente è accostato alla Sambenedettese: in realtà non c’è stato alcun contatto, anche se stiamo parlando di una piazza affascinante con un presidente finalmente serio e stabile dal punto di vista economico. La Samb merita ben altre categorie ed il fatto che si parli di me in quest’ottica può solo farmi piacere!”.

In bocca al lupo.

Giuseppe Marzetti