In un’intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com il presidente dei siciliani racconta la storia della sua vita e la passione per il Messina.

Natale Stracuzzi, presidente del Messina

Natale Stracuzzi, presidente del Messina

Stadio San Filippo, pochi minuti al fischio d’inizio della sfida con il Matera. Kway addosso a proteggere l’elegante doppio petto, cappuccio in testa e microfono in mano. Un uomo, quasi incurante del diluvio che si sta abbattendo in quei minuti su Messina, si avvicina verso il centro del campo, alza lo sguardo verso le tribune e avvicina il microfono alla bocca: “Grazie per essere venuti, che Dio ci benedica”. Poi, inzuppato, si dirige verso la tribuna per assistere all’incontro. “A fine gara mi sono ritrovato a piangere dalla gioia: Dio ha dimostrato ancora una volta di averci voluti premiare”.

Quell’uomo dai modi così gentili, quasi ‘strani’ per un mondo come quello del calcio, si chiama Natale Stracuzzi. Presidente per passione, imprenditore navale per professione, critico d’arte nel tempo libero, Pastore evangelico per vocazione. “A quattordici anni ho avuto una svolta di fede – racconta in esclusiva il presidente Stracuzzi ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – e ancora oggi porto avanti la mia attività pastorale (stessa comunità di cui fa parte anche Nicola Legrottagliendr): il mio pensiero è che dobbiamo sempre essere grati a Dio per quello che ci ha donato e pregare affinché possa provvedere per le persone che hanno maggiore bisogno. Ci saranno momenti in cui il Messina non andrà così bene, ma noi dovremo continuare a pregare”.


Presidente oggi, giocatore in passato. Con il giallorosso sempre sullo sfondo. “Nei primi anni ’70, ero il portiere della Berretti del Messina: una volta in un quadrangolare a Chianciano affrontai Antognoni e Paolo Rossi, un’altra volta con la rappresentanza Sicilia arrivammo in finale contro l’Abruzzo: andammo ai rigori, io ne parai uno, e Tancredi, il loro portiere, tre”. Una carriera pronta a decollare per l’allora quindicenne Stracuzzi: “A fine stagione arrivò la chiamata del Torino, ma i miei genitori non mi fecero andare: troppo lontano”. Storie d’altri tempi.

Da mancato giocatore a presidente, quasi per caso: “Ho lavorato per quattordici anni a bordo delle navi fino a diventare ispettore per il gruppo Ferruzzi, poi diventai dirigente alla Rodriquez fino al 1995, quando diventai socio di un cantiere navale che è tutt’oggi la mia attività. Ma il calcio ho sempre continuato a seguirlo da vicino”. Ed ecco presentarsi l’opportunità di salire al timone del club: “Da qualche anno sponsorizzavo il Taormina dove gioca anche mio genero, poi quest’estate ho pensato, con quei soldi, di provare a investire sul Forza Messina (altro club della città)”. Ma la svolta giallorossa arriva proprio in quelle settimane: “ Mi incontrai con Di Napoli – racconta Stracuzzi – e capii che c’era la possibilità di rilevare il Messina da Lo Monaco: non chiedermi come ci sono riuscito, è stato possibile solo grazie alla volontà di Dio”.

fonte: www.gianlucadimarzio.com