L’attaccante della Juventus svela dei retroscena della sua esperienza al Palermo e parla di quella alla Juventus.

Paulo Dybala

Paulo Dybala

E’ una stagione da incorniciare per Paulo Dybala che è passato dalla lotta salvezza col Palermo a vincere lo scudetto con la Juventus, un salto non da poco per un ragazzo di ancora 22 anni che poteva subire lo scotto dell’arrivo in una grande squadra come quella bianconera.

Paulo, invece, dopo un periodo di ambientamento, è diventato il trascinatore dell’attacco juventino con i suoi 19 centri in campionato e ha voluto ripercorrere il passaggio dal Palermo alla Juventus in una lunga intervista a El Pais. “Quando sono arrivato in Italia ho lavorato sul fisico, in palestra. Non ero abituato ai contasti duri, alle botte. Gattuso mi ha aiutato tanto, ha detto che sono andato avanti di tre pagine nel manuale del calcio… Mi ha insegnato come posizionarmi per schivare il diretto avversario ed in allenamento ricordo che ogni volta mi randellava per farmi capire dove dovevo mettermi”.

“Volevo assomigliare a Riquelme. Anche Ronaldinho mi è sempre piaciuto molto, ho visto tutte le sue partite. E ammiro Messi, e Neymar. Ho imparato guardando molti colleghi sul campo, in particolare Franco Vazquez quando ero a Palermo. Ma anche vedendo Riquelme e Messi giocare. Io voglio imparare sempre di più. In campo cerco di essere sempre ben posizionato e prima che la palla mi raggiunga cerco di capire l’azione che posso fare.”


Buffon è un leader. Mi ha colpito da subito, trasmette voglia di vincere. A 38 continua a migliorare nel lavoro quotidiano. Dà forza interiore e con lui è più facile vincere. Alla Juve impari che ogni giorno ti devi impegnare in battaglia. C’è gente che ha vinto tutto e che potrebbe rilassarsi e invece lotta a ioni allenamento per continuare a vincere ancora. Per uno di 22 anni è un esempio cui ispirarsi. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma ho giocato e ha segnato più di quanto pensassi.  E’ stato facile con Mandzukic, Morata, Zaza. Alla Tevez. E’ il mio modo di giocare, con gli… artigli. E sono libero di correre ovunque”.