Christian Maggio

Christian Maggio (foto dalla rete)

Un Napoli perfetto, un Cavani semplicemente straordinario. Persino i campioni d’Italia del Milan si sono dovuti inchinare – nel posticipo della terza giornata del campionato di Serie A – al cospetto di un Napoli scintillante e concreto, eccezionale in difesa così come a centrocampo. La squadra di Mazzarri ha reagito alla grande al vantaggio iniziale degli ospiti con Aquilani, trovando il pareggio dopo appena due minuti con “El Matador” Cavani. Il centrocampo dei partenopei è stato il reparto più compatto: è riuscito ad arginare con l’importante aiuto della retroguardia gli sporadici attacchi dei rossoneri di Allegri, dando vita a ripartenze esemplari.

Il gioco del Napoli – ormai è noto a tutti – dipende proprio dal modo in cui i velocisti Lavezzi, Cavani e Maggio capovolgono l’azione con l’ausilio del break di un centrocampista. A tal proposito sia Gargano che Inler hanno recuperato quantità industriali di palloni. Il duo schierato da Mazzarri nella zona nevralgica non si è però limitato alla fase di interdizione. I mediani partenopei hanno saputo dare ordine al proprio centrocampo, contrariamente a quanto fatto dai propri dirimpettai Aquilani, Seedorf, Van Bommel e Nocerino, che hanno faticato e non poco in entrambe le fasi.


La chiave della partita sarebbe questa se a siglare i tre goal decisivi fossero stati dei calciatori qualsiasi. Ma questo non è accaduto. E’ stata infatti una fantastica tripletta di Cavani a decidere il match e a far guadagnare al “Matador” il premio di “hombre del partido”. Un centravanti prolifico ed entusiasmante l’urugaiano, capace di mandare in visibilio i 60.000 del “San Paolo” con il primo “Hattrick” di un solo calciatore subito dal Milan negli ultimi 11 anni.

A proposito dei tantissimi supporters napoletani presenti allo stadio, duole sottolineare i disagi causati dalla scarsa organizzazione e dallo scarso funzionamento dei tornelli, con allegata entrata di “portoghesi”. Chi invece non ha fatto da spettatore non pagante è stato l’impeccabile Morgan De Sanctis, direttore d’orchestra di una difesa granitica. Questo Napoli, che adesso guarda tutte le squadre in classifica dall’alto verso il basso, può arrivare davvero lontano. A patto di mantenere l’umiltà che lo ha da sempre contraddistinto. E magari giocarsela contro le big europee senza paura. Umiltà e coraggio, dicevamo; qualità a cui se aggiunto un pizzico di “scugnizzeria”, qualità tipica partenopea, possono trasformarsi in un mix vincente.

Gianluca Pepe

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