Gaetano Scirea, il grande libero della Juventus e dell’Italia mondiale del 1982. Scirea aveva immense qualità tecniche e umane: un esempio per tutti.

Gaetano Scirea

Gaetano Scirea(foto Storiedicalcio.org)

Se oggi fosse ancora qui con noi, Gaetano viaggerebbe spedito verso i 60 anni e, di questo ne siamo sicuri, il suo carattere non avrebbe subito variazioni. Chi ha il cuore buono ha sempre qualcosa da donarti e il vero miracolo è che neanche la morte può separarci dagli insegnamenti delle persone speciali. Gaetano Scirea è stato una bandiera della Juventus, un simbolo della Nazionale italiana campione del mondo 1982, uno dei calciatori più titolati e amati di sempre; e poi un esempio, anzi forse l’esempio più raggiante, di grande professionalità in campo e nella vita. Quando in quel maledetto 3 settembre 1989 perse la vita in un terribile incidente automobilistico, lasciò un vuoto immenso intorno a lui, sgomento nei tifosi, negli amici e in tutti coloro che avevano avuto la fortuna di apprezzarne le doti tecniche e umane. E oggi, infatti, un solo amletico dubbio ci assale: più grande il campione o l’uomo? Inimitabili entrambi…

Gaetano nacque a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, il 25 maggio 1953; era un ragazzo tranquillo e senza mai grilli per la testa, innamorato del calcio e della vita. Non tutti sanno che iniziò come centrocampista centrale; il suo piede sensibile, l’ottima visione di gioco unita alla saggia disciplina tattica avevano consigliato i suoi primi allenatori a consegnargli le chiavi della linea mediana. Debuttò nell’Atalanta e coi bergamaschi disputò le prime stagioni agonistiche della sua carriera: bastarono 20 gare in serie A e 38 in serie B per farsi apprezzare e conoscere dai grandi club italiani. Scirea era ancora giovanissimo, poco più che ventenne, quando fu ingaggiato dalla Juventus, i cui dirigenti svariate volte erano andati a visionarlo. Con i bianconeri, stava per nascere un favoloso percorso di vittorie e di record da battere…


Con grande umiltà (la sua amica di sempre, che lo distinguerà fino alla morte), Scirea fu un esempio unico di professionalità, stile, classe ed eleganza. Si inserì alla perfezione nel club torinese interpretandone in campo e fuori l’immagine di serietà. Rispetto ai campionati con l’Atalanta, Gaetano fu gradualmente arretrato in campo fino a diventare addirittura il perno della difesa: era perfetto per il ruolo di libero. Fu il primo italiano a rappresentare questo delicato ruolo in chiave moderna; ricopriva la sua zona con grinta e determinazione, ma anche con quel gran senso tattico che lo rese, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, uno degli interpreti più versatili in circolazione.

Le sue origini di centrocampista lo aiutarono molto nello svolgere il ruolo di libero in funzione anche di costruttore della manovra offensiva. Ultimo baluardo davanti all’estremo difensore, Gaetano si distingueva per sicurezza, senso della posizione, tempestività nel chiudere ogni varco, autorevolezza nel gioco aereo. Palla al piede, testa alta come solo i grandissimi, usciva con classe dalla propria area pronto a suggerire il contrattacco, la puntata offensiva o un micidiale contropiede…

Elencare i suoi successi in maglia bianconera è, a seconda dei punti di vista, facile o difficile… Nel primo corso basterebbe dire: Scirea ha vinto tutto quello che c’era da vincere! Nei suoi 14 anni di militanza con la Juventus (al fianco di Platinì, Boniek, Zoff, Cabrini, Causio, Tardelli, Furino e tanti altri campioni) Gaetano vinse 7 scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa e due Coppe Italia. Col fidato numero 6 sulle spalle, collezionò 377 presenze in serie A con 24 gol.

La sua classe fu fondamentale anche in nazionale; Scirea debuttò in azzurro nel 1975, in un Italia-Grecia 3-2. Era già titolare nel mondiale argentino del 1978, ma indubbiamente nella memoria di tutti fu il 1982 l’anno dei ricordi più dolci. La vittoria della Coppa del mondo in Spagna fu per Gaetano Scirea la consacrazione definitiva; campione di grinta, carattere e intelligenza tattica, perno centrale di una linea difensiva che permise agli azzurri di resistere agli incessanti attacchi di grandi potenze come Argentina, Brasile, Polonia e Germania. Giocò tutte le gare di quel mondiale, non perdendo neanche un minuto e risultando sempre fra i migliori in campo. In totale, con l’Italia Scirea scese in campo ben 78 volte segnando anche due gol, con Polonia e Grecia.


Mai nessuno, fra compagni e avversari, ha speso per Gaetano parole negative o ha avuto discussioni con lui: era praticamente impossibile. Non a caso non ha mai subito un’espulsione o una squalifica per motivi disciplinari in tutta la carriera. Considerando il ruolo di libero si tratta di un record ancora più significativo. La tranquillità, l’educazione e la grande bontà d’animo gli si erano appiccicate addosso fin da ragazzo e non l’avevano mai abbandonato. Proprio come i saggi, parlava poco e bene. E quando qualcuno gli faceva notare quella che sembrava quasi una timidezza patologica, lui scrollava le spalle come per ricordare a tutti una splendida dottrina filosofica: Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà…

Scirea abbandonò il calcio, come sua abitudine, in punta di piedi e a soli 35 anni; per molti fu una scelta prematura, visto che il fisico era integro ed in grado di poter dare ancora un valido contributo in campo. Collaborò ancora con il club juventino, ricoprendo ruoli dirigenziali o come osservatore dell’allenatore e fraterno amico Dino Zoff. Il 3 settembre del 1989 Gaetano stava rientrando dalla Polonia; aveva infatti visionato gli avversari della Juventus in Coppa Uefa, il Gornik Zabrze. Durante il viaggio di ritorno in auto verso Varsavia, dove l’aspettava un aereo per Torino, un tamponamento con un furgone provocò uno spaventoso incendio.

Scirea morì insieme ad altri due passeggeri mentre il quarto uomo a bordo, un dirigente polacco, riuscì miracolosamente a salvarsi. La moglie Mariella e il figlio Riccardo aspettavano Gaetano nella loro casa in Liguria. Il marito e padre esemplare aveva telefonato verso l’ora di pranzo, e sempre con la sua grande umanità:“Ora vado a messa e poi a vedere la partita. Ci vediamo stasera!”

Lucio Iaccarino

————————————————————————————
ULTIMA NOVITA’: aperta la Serie D. Collabora con noi per inserire la TUA SCHEDA CALCIATORE, scrivi a redazione@tuttocalciatori.net
————————————————————————————