Il  giornalista Darwin Pastorin, direttore responsabile dell’emittente Quartarete e in passato direttore di La7 sport, ha concesso un’intervista in esclusiva a Tuttocalciatori.net analizzando la situazione del calcio in Italia.

Darwin Pastorin

Darwin Pastorin (foto dalla rete)

La cavalcata del Milan si è fermata a Bologna, con un 2-2, e con delle fondate rivendicazioni arbitrali da parte dei rosso-blu. Il binomio Rocchi – Milan è sempre più spesso sotto la luce dei riflettori, ritiene sia il caso che Rocchi torni ad arbitrare il Milan nel prossimo futuro?

“Sbagliano gli attaccanti, i portieri, i presidenti, gli allenatori, i giornalisti. Anche un arbitro può conoscere una caduta, un momento di amnesia. Rifiuto, da sempre, la teoria del “capro espiatorio”. Rocchi ha vissuto una giornata da dimenticare, penalizzando Milan e Bologna. Il direttore di gara continua a essere la persona “sola” del calcio: senza tifo, senza comprensione. E non è giusto.”

Il campionato italiano ha bisogno di guadagnare punti nella classifica del RANKING Uefa, per cercare di riottenere un posto in più per la qualificazione in Champions League. Galliani dice che nonostante siano passate tre squadre italiane agli ottavi di Champions sarà sempre l’Europa League a penalizzare il campionato italiano, lei è daccordo? Cosa bisognerebbe fare per aumentare l’appeal delle squadre italiane verso una competizione che porta via molte energie come l’Europa league?

L’Europa, quella “grande” o quella “piccola”, rappresenta un traguardo vitale per tutte le società. Prestigio, introiti, ambizione. Il football moderno è consapevole del suo destino, da tempo: giocare sempre, senza sosta. Così è stato deciso dai tecnocrati del pallone. L’Italia deve, di nuovo, “crescere” sotto il profilo della maturità internazionale, tornare ai fasti degli Anni ’80 e ’90. Un tempo, tra l’altro, gli stranieri più forti venivano da noi (Maradona, Zico e Platini), adesso i più forti scelgono la Spagna o l’Inghilterra. Anche sotto questo profilo abbiamo compiuto dei passi indietro.

Venerdi 16 Dicembre ci sarà il sorteggio per decretare gli accoppiamenti per gli ottavi di finale di Champions League, quali sono secondo lei gli avversari migliori per Napoli e Milan e quali invece quelle per l’Inter?

I club italiani non devono temere il sorteggio, sperare di ottenere una squadra poco competitiva! Il Barcellona non guarda queste cose: va avanti, con il proprio gioco e la propria consapevolezza (di collettivo egemone). Poi, le insidie puoi trovarle anche a Cipro…

La corsa scudetto si sta delineando, con Milan e Juventus che sembrano un gradino più avanti rispetto alle altre. Ritiene che ormai è una corsa a due tra bianco-neri e rosso-neri oppure a sorpresa potrebbe inserirsi qualche altra squadra?


Sì, sarà un duello tra Juve e MIlan, con i bianconeri favoriti. Buffon e compagni hanno fame di vittoria dopo il “trauma” del 2006. Occhio, però, all’Udinese: pratica un football moderno, non ha timori o tremori, Francesco Guidolin ha costruito un ottimo gruppo, giovane, solido, il primo posto in classifica, alla pari con Madama, non è un caso. Probabilmente è prematuro, oggi, parlare di scudetto, ma i friulani hanno gettato un lungo ponte sul futuro.


Il mercato di gennaio si avvicina, secondo lei qual è la squadra che ha maggiore bisogno di rinforzarsi?

Tutte, comprese le società da vertice, devono effettuare qualche ritocco. La Juve, ad esempio, ha messo sul mercato Toni, Iaquinta e Krasic. Devono essere sostituiti, e con elementi di valore.

All’inizio della stagione l’avvento di Luis Enrique sulla panchina della Roma era visto da molti osservatori come una possibilità di “innovazione”. Purtroppo i risultati sembrano dare torto all’allenatore spagnolo, tanto che si parla di un suo possibile esonero. Lei ritiene che in Italia ci sia spesso troppa fretta nel bocciare un progetto che non offre risultati nell’immediato?

Io sono dalla parte di Luis Enrique. Bisogna credere nei “progetti”, non buttare tutto dalla finestra dopo i primi risultati negativi. L’allenatore spagnolo è bravo, lo ha dimostrato nelle giovanili del Barça, la sua idea del football mi piace perchè sposa la ragione alla fantasia. Fa bene il club a difenderlo: anche se la “piazza” rumoreggia, insoddisfatta. Dico: diamogli fiducia, saprà regalare al pubblico romanista successi e allegria!


Il cammino del Napoli in campionato sembra ormai compromesso, almeno per la corsa allo scudetto. Gli azzurri hanno pagato il dazio Champions League? ritiene che De Laurentiis rinforzerà la squadra a gennaio per non continuare a perdere punti in campionato?

Il discorso fatto prima per la Juve vale anche per il Napoli. Ci sono Lavezzi, Cavani e Hamsik, ma servono difensori e, a mio avviso, un regista alla Pirlo. De Laurentiis ha voglia di riportare gli azzurri in cima all’Italia e al mondo.


La Serie B offre numerose belle realtà, non in primo piano, come il Pescara di Zeman e la Juve Stabia di Braglia, quanto è importante il ruolo dei due tecnici nella sorprendente stagione intrapresa dalle due squadre?

Fondamentale. Gli allenatori sono importanti, vedi Antonio Conte alla Juventus: la sua grinta, le sue capacità, le sue intuizioni. Per non citare il “solito” Pep Guardiola del Barcellona. Zeman è un “antico” maestro, Braglia sta stupendo il pianeta calcio. La Serie B, in realtà, è una A2.

 

Nicola Mirone

————————————————————————————
ULTIMA NOVITA’: aperta la Serie D. Collabora con noi per inserire la TUA SCHEDA CALCIATORE, scrivi a redazione@tuttocalciatori.net
————————————————————————————