La leggenda dei Gunners impiega 10 minuti nel match di FA Cup contro il Leeds per siglare la rete che vale il passaggio del turno.

Thierry Henry

Thierry Henry - foto dalla rete

Chiudete gli occhi per un attimo. Provate ad immaginare la leggenda della squadra per la quale tifate, ora ritiratasi o più semplicemente approdata altrove. Provate a immaginare un suo ritorno a distanza di anni, il suo ingresso in campo a gara in corso e, per dare un tocco emozionale forte alla storia, un suo gol – magari decisivo – subito dopo. Solamente fantasia? Macché, i tifosi dell’Arsenal hanno vissuto esattamente l’esperienza descritta poc’anzi.

Thierry Henry, giocatore di proprietà dei New York Red Bulls ed ora in prestito per due mesi a Londra, è tornato, ben 1769 giorni dopo l’ultima volta. Arsène Wenger, suo mentore e connazionale, l’uomo che lo portò all’Arsenal e con il quale dominò il calcio inglese all’inizio del secolo, lo ha fatto entrare in campo al minuto 68 del match contro il Leeds United (vecchia gloria d’oltremanica, attualmente in Championship), valevole per il terzo turno della FA Cup. Si giocava ad Emirates, l’impianto che ha sostituito il vecchio e leggendario Highbury e che al suo esterno oggi mette in mostra una statua di Henry: il risultato era fermo sullo 0-0.


Al campione francese sono serviti solamente 10 minuti per far esplodere di gioia i propri tifosi: taglio sulla sinistra ad eludere il fuorigioco, verticalizzazione di Song, controllo con il destro da posizione defilata e con lo stesso piede tiro di piatto sul secondo palo. Palla in rete, 1-0. Proprio lui, il più amato e il più atteso dai sostenitori dei Gunners. Splendida, a quel punto, la corsa di Henry, prima sotto la curva alle spalle del portiere del Leeds, poi sotto la tribuna che domina le panchine, fino ad arrivare da Wenger per un abbraccio mozzafiato. Pubblico in delirio e Arsenal al turno successivo, dove troverà l’Aston Villa.

A questo punto, l’unica cosa che turba il pensiero dei tifosi dei Gunners e, perché no, di tutti gli appassionati di calcio, è il fatto che questo ritorno straordinario debba durare solamente due mesi. E’ lecito sperare in un epilogo differente, con buona pace dei New York Red Bulls.

Emanuele Mastrangeli