La Serie A di nuovo vittima delle polemiche: arbitri poco attenti, episodi dubbi e punti persi per strada…

Antonio Conte, tecnico della Juventus ( foto dalla rete)

Ci risiamo: polemiche, rigori non fischiati, azioni dubbie che alla fine saranno decisivi per l’assegnazione di un campionato. Sembra di essere tornati a tanti anni fa, con lo sciame di parole che riempivano i nostri cervelli dal lunedì al sabato, fino alla domenica sera. Sembra strano, ma è così. Non è un titolo di un libro, o una considerazione su un film visto e rivisto davanti al grande o al piccolo schermo, si sta semplicemente descrivendo il clima che si respira in seno alla nostra tanto amata Serie A. Tutto è rinato ieri, dopo il discutibile arbitraggio di Mazzoleni in Parma – Juventus, che ha negato ben tre rigori (uno agli emiliani e due ai bianconeri). Vespaio di considerazioni da parte di Antonio Conte, Pavel Nedved,  in difesa di una compagine che ha avuto appena un rigore a favore in ben 22 incontri. E’ un record? Si badi bene non si sta difendendo la Juventus o i suoi uomini, ma solamente dando rilievo alle parole del tecnico pugliese che “vede”, diciamo così, arbitri poco sereni a fischiare una massima punizione. A favore o a sfavore? Poco importa, il “buon” Antonio chiede equità di trattamento, mica la luna. Stessa identica situazione vale per l’Inter, penalizzata domenica scorsa contro il Novara per un rigore netto negato a Poli.


Perché non ammettere le proprie colpe? E’ una domanda che vogliamo porre ai vertici del calcio. Questi punti peseranno a fine stagione e con quale faccia si andrà a “giustificare” episodi solari non sanzionati? In Atalanta – Genoa il direttore di gara non ha assegnato un penalty grande quanto il Parlamento Europeo. Menomale che ci ha pensato Marilungo a dare la vittoria ai bergamaschi…

E’ un vero peccato, a parte l’ironia che non guasta mai, assistere a questo tipo di scene. Bisogna capire che qualsiasi squadra si allena duramente per un obiettivo importante, la vittoria, dunque ci vorrebbe attenzione da parte di tutti, arbitri in primis. Chiudiamo con una provocazione: dopo lo scandalo del 2006 si era detto che il calcio non era pulito; perché assistiamo sempre a questo genere di polemiche? Ai posteri l’ardua sentenza…

Matteo Brancati