Intervista al direttore sportivo della Vigor Lamezia Fabrizio Maglia fresco di rinnovo contrattuale dopo il bel campionato della squadra lametina
Appena qualche giorno fa la Vigor Lamezia (II Divisione girone B) ha annunciato di aver trovato l’accordo con il direttore sportivo Fabrizio Maglia per il rinnovo del contratto. Altri tre anni in biancoverde per l’attuale Ds a conferma delle intenzioni di sodalizio di Via Marconi di portare avanti un lavoro che fino ad ora ha maturato risultati importanti. Andiamo, tuttavia, per ordine e prima di entrare nello specifico, parlando della squadra che sta facendo sognare una città intera, conosciamo meglio uno dei principali artefici di quella che può essere definita, senza ogni dubbio, una stagione straordinaria.
Il direttore sportivo, una passione, divenuta lavoro. Una passione nata in che modo e quando è si è trasformata in professione?
« Una passione nata sin da bambino, con mio padre che negli anni ’70 era dirigente della Vigor Lamezia del Presidente Dattilo ed allora ho iniziato a giocare a calcio ottenendo però magri risultati. Nel frattempo ho sempre avuto il pallino di fare delle fantomatiche formazioni con il subbuteo. Tredici anni fa grazie il duo Cantafio – Gaetano mi diede la possibilità di entrare a far parte della Vigor Lamezia, trasformando in realtà quelli che erano i miei sogni professionali».
Gli inizi, le tappe fondamentali, l’arrivo o meglio il ritorno a Lamezia, in pratica la sua carriera?
«Da team manager appunto con la Vigor Lamezia, per poi passare da Sambiase, Capo Vaticano, Cosenza, Francavilla Fontana, con un ritorno in biancoverde in C2 in collaborazione con il direttore sportivo Donnarumma».
Varie società, diverse squadre e città. Ci sono persone che è doveroso menzionare per aver in qualche modo segnato la sua carriera?
«Sicuramente i presidenti Cantafio e Gaetano che mi hanno dato la possibilità per la prima volta di essere il dirigente di una squadra di calcio, successivamente il dottore Gambardella che mi ha voluto al Sambiase. Non posso poi non citare una grande persona quale il presidente Giuliano del Capo Vaticano. Infine, voglio ringraziare l’attuale dirigenza della Vigor Lamezia che anni fa mi hanno richiamato e fatto ritornare nella mia città».
Diversi anni quindi con la Vigor Lamezia. La differenza tra queste stagioni?
«Ovviamente tante. All’inizio essendo un neofita e avevo ancora tanto da apprendere. La stagione in cui ritornai, lavorai in collaborazione con il direttore sportivo Donnarumma, le responsabilità erano per cosi dire divise a metà. In questi ultimi tre anni, dopo una gavetta lontana da Lamezia, l’impegno, le responsabilità sono maggiori, totali».
La scorsa settimana la Vigor Lamezia ha annunciato il rinnovo del suo contratto. Cosa l’ha portata ad accettare altri tre anni in biancoverde?
«La proposta della società era arrivata già qualche tempo fa. Ho preso un po’ di tempo, in quanto volevo analizzare altre proposte, anche da società superiori. Ora, considerando il momento che stiamo vivendo, considerando l’obiettivo storico davanti a cui è attualmente la città che sono nato, e augurandomi che la Vigor Lamezia possa affrontare un campionato di Prima Divisione, non mi andava di lasciare la squadra in altre mani. Il fatto che il rinnovo sia avvenuto prima della certezza della prossima categoria che la Vigor Lamezia affronterà è dovuto alla società. Una società seria, con la quale mi trovo molto bene e grazie alla quale credo si possa finalmente progettare calcio serio nella città di Lamezia. Ovviamente ha inciso anche la possibilità di lavorare vicino alla mia famiglia».
Si è solito dire che nessuno è profeta nella propria patria. Quanto effettivamente è difficile lavorare nella propria città?
«Quando fai il tuo lavoro con onesta e passione le difficoltà sono solite ovunque. Probabilmente le pressioni ricevute nella propria città sono diverse. Si ha meno privacy, le persone, i tifosi, quotidianamente ti fermano per chiedere, per avere informazioni, per dare la propria opinione. Tuttavia poter essere profeta nella propria città, sperando di esserlo nel migliore dei modi, ti dà quell’adrenalina, quella spinta per cercare di fare sempre il massimo».
Sicuramente fino ad ora ha fatto molto bene, forse con risultati migliori di quanto credeva ad inizio stagione.
«Di risultati ancora non parlerei. Di risultato si parla alla fine e tutti ci auguriamo che possa essere quello migliore, cioè la promozione. Eravamo consapevoli del fatto di aver costruito un buon organico, un organico capace di potersela giocare con chiunque e che nelle migliori delle ipotesi poteva puntare ai play off. Strada facendo ci siamo resi conto che i punti conquistati sul campo erano tutti meritati e che potevamo ambire a qualcosa di importante, mantenendo comunque la nostra concentrazione e la nostra umiltà di base».
Concentrazione e umiltà quindi i segreti di questa Vigor Lamezia?
«Sicuramente, umiltà e concentrazione, nonché un grande allenatore e un grande gruppo».
Cinque partite alla fine di questa stagione, cosa si aspetta?
«Sicuramente dobbiamo vivere queste ultime cinque gare come se fossero tutte delle finali, cercare di ricavare più punti possibili e poi solo all’ultimo tireremo le somme».
Una vittoria possiamo dire che questa squadra l’ha già raggiunta: riportare il pubblico al D’Ippolito.
«Certo e di questo da lametino e da direttore sportivo della Vigor Lamezia sono ovviamente contento, orgoglioso. Oltre che per il campionato che stiamo disputando, la maggiore soddisfazione è sicuramente quella di aver riportato nuovamente le persone allo stadio».
Vanessa Paola