Con la sconfitta di Malaga in Champions, i rossoneri sono al sesto ko in 11 partite giocate. La situazione sembra irrimediabile, ma il mister si salva ancora.

Galliani

Adriano Galliani perplesso (foto dal web)

COSA SUCCEDE? – Inconcepibile quello che sta accadendo al Milan. Una società allo sbando, una squadra in campo completamente priva di spirito, un “Allenatore nel Pallone“. Ebbene sì, Massimiliano Allegri sembra proprio Oronzo Canà, il celebre mister della Longobarda interpretato da Lino Banfi nel film che ha fatto storia. Nessun rimedio tattico, nessun modulo che riesca a convincere, cambi di formazione senza logica. Il suo 3-4-3 presentato ieri in Champions contro il Malaga ha fatto sorridere allo stesso modo del 5-5-5 inventato da Canà.


TROPPI CAMBI – In un momento così delicato, il mister ha avuto il torto di stravolgere per l’ennesima volta l’assetto della squadra,  proponendo un modo di stare in campo mai adottato prima d’ora. Schierare titolari Acerbi e Constant è stato poi come darsi da soli una martellata in testa. Non ce ne vogliano i ragazzi, ma tra il marasma generale, i due nuovi acquisti erano stati sempre fra i peggiori, tanto che non vedevano il campo da più di un mese. Non a caso, il Guineano schierato tra l’altro in una posizione non sua, largo nel 3-4-3, ha provocato il rigore (poi fortunatamente sbagliato) e Acerbi è stato protagonista di un liscio da ‘paperissima’ in occasione del gol degli spagnoli.

QUANTE BATOSTE – La sconfitta maturata non ha comunque segnato indelebilmente il cammino rossonero in Champions. Il Diavolo è sempre secondo nel girone con 4 punti, ma vede ora negli specchietti la pelata lucida di Luciano Spalletti, trainer di uno Zenit ieri vittorioso, che giunto a quota 3 medita il sorpasso. Solo che la debacle di Malaga ha segnato la sesta partita persa su 11 giocate in stagione, una media da brivido. In campionato poi la situazione è già compromessa. Il tempo per rimettersi in carreggiata ci sarebbe, ciò che non lascia speranzosi è che nè squadra, nè mister, nè proprietà diano segni di vita. Ci aveva provato Galliani a scuotere l’ambiente imponendo un ritiro punitivo per ritrovare la retta via, rimedio avventato sul quale già ci eravamo espressi (ecco il precedente articolo) e che non ha dato i risultati sperati.

DI CHI LE COLPE? – Il Milan, con tutte le sue vicissitudini, partenze importanti, gruppo nuovo, non è però questo che si è visto sino ad ora. In ogni pre-match Allegri viene messo in discussione e in ogni post-sconfitta viene regolarmente confermato. Il mister ieri a caldo ha detto: ‘Non me ne vado‘, Galliani invece: ‘Non lo caccio‘. Si ha la sensazione che ci si aggiorni a sabato notte, dopo Milan-Genoa. E se fosse un’altra volta sconfitta? E se ad Allegri venisse ripristinato il count-down? Questo giochino deve finire, perchè non giova nè ai tifosi, nè tantomeno ai giocatori. Galliani, tra bugie dette agli ultras (‘Ibra e Thiago rimangono con noi‘), tra acquisti sbagliati, tra errata gestione dei rapporti con il gruppo storico, tra dichiarazioni improprie a mezzo stampa (‘Siamo in grado di lottare per lo scudetto‘, parole dette a fine agosto) ha commesso degli strafalcioni non da dirigente navigato qual è. Allegri ci ha messo la faccia, è stato criticato più del dovuto, ma ora è giunto il momento che si inventi qualcosa. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità!

Lorenzo Attorresi