Ernesto Chevanton, attaccante uruguagio classe ’80, è tornato nella sua Lecce in Prima Divisione accettando un contratto al minimo federale dopo aver rinunciato a una proposta allettante.

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Ernesto Chevanton ha giurato fedeltà al Lecce (foto dalla rete)

Ernesto Javier Chevanton, semmai ci fossero stati dei dubbi, è diventato a tutti gli effetti un Salentino. Non solo perchè ha sposato Sandra Bruno, leccese doc e figlia dell’ex calciatore Pasquale, ma perchè ha dimostrato in più occasioni di amare questa terra, di considerare la maglia giallorossa come una seconda pelle. E per tornare ad indossarla per la terza volta ha rinunciato a tanti quattrini, dimostrando che il calcio non è un mondo in cui tutti indistintamente sono dei mercenari.

Chevanton è un classe ’80, ha avuto una carriera falcidiata dagli infortuni che gli hanno impedito di dimostrare pienamente le sue potenzialità, superata la soglia dei 30 anni il suo rendimento è destinato fisiologicamente a calare, i suoi minuti in campo a centellinarsi, i suoi gol a diminuire. Ecco perchè avrebbe potuto decidere di andare a svernare in paesi nei quali la qualità della vita è migliore, dove il calcio è vissuto con un’altra filosofia e dove girano stipendi più ricchi rispetto a quelli che ormai le squadre europee possono permettersi . Chevanton invece ha detto no, ha rispedito al mittente un biennale da 600mila euro offertogli dal Toronto, senza dubbio una grande rinuncia.

All’attaccante non interessava monetizzare l’ultimo capitolo della sua vita calcistica, voleva rimettersi in gioco, perchè ha ancora qualcosa da dare. Per chi, se non per la sua Lecce? Poco importa se per le tristi vicende che l’hanno vista protagonista la squadra sia stata retrocessa in Lega Pro Prima Divisione. A Chevanton la categoria non interessa. I soldi non fanno la felicità, la sua perlomeno, tanto che lo scorso 9 luglio ha firmato un contratto indeterminato al minimo federale. Si parla di 1600 euro mensili, più bonus legati a presenze e gol (3000 euro ogni volta che scende in campo, altri 3000 ogni volta che timbra il cartellino). La sua ricchezza non risiede negli assegni, ma nel suo cuore, quando dal terreno di gioco del ‘Via del Mare‘ alza gli occhi e vede una curva sempre gremita, sempre colorata di giallorosso, sempre festante.

Chevanton, dopo aver superato il brutto infortunio (rottura del tendine d’achille) patito l’anno scorso quando militava nel Colon, club argentino, è tornato in campo nell’ultimo match disputato domenica 14 ottobre, durante i minuti finali di LecceVirtus Entella. La partita, che era uno scontro al vertice, si è conclusa con la vittoria dei pugliesi per 4 a 2, punteggio che ha permesso loro di allungare in classifica proprio sulla squadra di Chiavari. L’Uruguagio ha le idee chiare, con i suoi gol riportare Lecce nel calcio che conta, dall’inferno della C, al purgatorio della B, fino al paradiso della A, categoria nella quale vorrebbe ancora essere protagonista.


Lecce-Chevanton è un rapporto indissolubile: la punta conosce l’Italia proprio grazie ai salentini, che lo fanno esordire in Serie A nell’agosto del 2001. I più appassionati ricorderanno senz’altro il suo debutto contro il Parma, condito da un gol incredibile. L’allora portiere parmense Frey aveva la palla in mano e nel mentre del rilancio Cheva lo sorprese alle spalle come un falco; senza commettere fallo riuscì a sottrargli la sfera con il petto e a girarla in porta con un’acrobazia! Chevanton gioca in Salento per tre stagioni realizzando reti a grappoli. Nel 2005 è attratto dalle sirene del Monaco che ha appena perso la finale di Champions League contro il Porto di Mou e si trasferisce in Francia. In due stagioni mette in porta una ventina di palloni, prima di approdare al Siviglia, squadra con la quale nel 2007 vince Supercoppa Europea, Coppa Uefa, Coppa del Re e Supercoppa di Spagna, pur patendo tanti infortuni che non lo fanno emergere a livello personale.

Nel 2010, dopo una toccata e fuga all’Atalanta, rinuncia all’ultimo anno di contratto con il Siviglia per tornare a Lecce. I salentini sono appena saliti in A dalla cadetteria ed alla fine riusciranno a salvarsi. Cheva mette a segno un paio di gol pesantissimi, anche se in molti rimembrano la sua stagione soltanto per un’ entrata folle ai danni di un avversario, seguita dalle proteste reiterate per l’espulsione comminatagli e dal lancio della maglia verso il direttore di gara, gesto che gli costò ben cinque giornate di squalifica. A fine anno il Lecce di Semeraro non lo conferma e lui va al Colon, con 6 gol segnati in 15 partite prima dell’infortunio. Nella stessa stagione il Lecce retrocede sul campo in B, in tribunale in C. Semerano passa il testimone a Tesoro, che riapre le porte del salento a Ernesto Javier Chevanton. Tutto il resto è storia recente.

Lorenzo Attorresi