Dopo la quinta sconfitta consecutiva il tecnico clivense è fortemente in discussione. In arrivo qualche colpo di scena?
Di Carlo vacilla! Nemmeno il più pessimista dei tifosi gialloblu avrebbe pronosticato un inizio di campionato così tragico. Le prime sei gare del torneo hanno portato la compagine veronese ha collezionare numeri da “Museo degli orrori”, nei confronti dei quali è doveroso fermarsi e riflettere: la miseria di 3 punti collezionati, 5 sconfitte consecutive, 4 gol realizzati e ben 13 subiti. Le statistiche non mentono mai. Anzi. Rispecchiano senza sbavature quello che è l’attuale status del Chievo Verona: una situazione complicata, che solo qualche mese fa nessuno avrebbe mai predetto, un fulmine a ciel sereno per tutti i sostenitori dei “Mussi volanti”.
Serve una scossa, è necessario un repentino cambio di rotta se non si vuole correre il rischio di far affondare così repentinamente il battello gialloblu, da anni uno dei più compatti in Italia. E si sa che nel calcio quando le cose vanno male la prima “testa che rischia di saltare” è quella dell’allenatore. A ragione o a torto, la maggior parte delle colpe vengono annesse alla sua figura, caricate sulle sue spalle: quando le cose non vanno come idealmente sarebbero dovute andare ecco che il mister viene messo immediatamente in discussione, diventando il “capro espiatorio” numero uno. Questo è il clima che in queste ore si sta assaporando in casa Chievo: Domenico Di Carlo rischia e la sua panchina scricchiola come non mai.
Questa situazione non fa piacere a nessuno, del resto il tecnico ciociaro ha sempre goduto di ottima fiducia da parte di tutto l’ambiente, dei tifosi (non tutti a dire il vero) e della dirigenza; e il positivo campionato dello scorso anno aveva visto accrescere in tutti le aspettative per la stagione attuale. E invece, siamo qui a raccontare ben altro. Il Chievo Verona è uscito totalmente ridimensionato da queste prime giornate di campionato: gruppo senza identità, senza gioco, privo di quella solidità difensiva, di quella grinta e di quella umiltà che gli anni addietro l’avevano sovente contraddistinto. E c’è di più: rispetto alle altre annate il tasso tecnico della squadra è addirittura aumentato con l’innesto di giocatori esperti, di categoria, dalle indiscusse qualità umane e professionali: però i vari Di Michele, Marco Rigoni, Dainelli, per citarne alcuni, non sembrano essersi integrati a pieno negli schemi gialloblu e, per questo, le loro prestazioni stentano a decollare.
Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, la società scaligera si è mossa abbastanza bene in sede di calciomercato estivo però, ad oggi, gli sforzi societari non sembrano evidentemente sufficienti per spalancare al Chievo Verona orizzonti fino ad ora solo scrutati da lontano, ambiti, sognati. E’ necessario tornare coi piedi per terra: riesaminare gli obiettivi stagionali e nel frattempo cercare, con la consueta umiltà, l’uscita di questo tunnel oscuro per poter ritrovare la luce della speranza. Staremo a vedere se a “Mimmo” verrà concessa un’ultima chance sabato contro la Sampdoria oppure se già nelle prossime ore il suo destino dovrà separarsi in modo irreparabile da quello del “Ceo”.
Sarebbe un vero e proprio colpo di scena, soprattutto considerando che il presidente Campedelli è da sempre contrario agli esoneri in corso d’opera. Noi nel frattempo ci buttiamo avanti e, qualora si arrivasse all’inatteso esonero, anticipiamo le due alternative ad oggi concretamente in pista: la scommessa Eugenio Corini, ex bandiera gialloblu che fino adesso ha collezionato alcune esperienze da allenatore in cadetteria oppure il romantico ritorno da parte di Luigi del Neri: colui che scrisse alcune delle pagine più intense della storia clivense, verrebbe richiamato per ritrovare il filo di una delle favole più emozionanti della nostra Serie A e per permettere ai tifosi del Chievo Verona di non svegliarsi proprio ora: il loro sogno deve continuare, ancora a lungo.
Nicola Ledri