Il neo tecnico clivense Eugenio Corini ha riportato subito la vittoria in casa gialloblu. Esaminiamo i primi aggiustamenti apportati alla squadra. Una scommessa già vinta?

Eugenio Corini festeggia la vittoria contro la Sampdoria (foto della rete)

Operazione rinascita. Il Chievo Verona del neo tecnico Eugenio Corini si rialza e torna alla vittoria dopo 5 sconfitte consecutive: l’avvicendamelo con l’ex Di Carlo comincia a dare i frutti sperati. La mano del nuovo coach è stata palese già nella gara contro la Sampdoria, partita che tra l’altro ha segnato il suo esordio come allenatore nella massima serie italiana. La squadra della diga è parsa fin da subito più determinata, più decisa e intraprendente: tutti i giocatori si aiutavano e correvano verso il raggiungimento di un unico obiettivo comune: tornare a vincere!

Eugenio Corini sembra aver risvegliato nei suoi atleti quello spirito di sacrificio, quell’attaccamento alla maglia e quella grinta necessarie per permettere ad una “provinciale” come il Chievo di sopravvivere in una competizione di livello come da anni lo è la Serie A. Il “Genio” aveva intuito tutto fin da subito, e non è un caso che nelle sue prime ore da tecnico clivense i tasti maggiormente toccati siano stati quelli legati alle motivazioni e all’orgoglio dei suoi ragazzi: il “Ceo” deve recuperare quella voglia, quella sicurezza e quell’umiltà che negli ultimi anni l’hanno contraddistinto, portandolo a competere con tutte le compagini che gli si sono contrapposte.

E chi meglio dell’ex bandiera Corini potrebbe intervenire in tale direzione? Nessuno, ne siamo tremendamente convinti. Quindi, da questo punto di vista qualcosa è già stato fatto anche se la strada è indubbiamente ancora lunga e tortuosa. Novità sono state apportate anche a livello tattico: la squadra contro i blucerchiati è stata schierata col 4-3-3, modulo inedito per l’ambiente clivense. I primi risultati sono stati subito evidenti e confortanti: difesa più compatta, centrocampo muscolare dedito alla corsa e all’interdizione, attacco che, cosi impostato, sembrerebbe tirar fuori le migliori qualità di tutti i suoi interpreti (aspettando sempre i recuperi di capitan Pellissier e del lungo degente Paloschi).


Indipendentemente da questi accorgimenti tattici, ci teniamo a rimarcare come il Chievo sia stato palesemente spronato soprattutto a livello motivazionale: squadra alta, pressing, corsa a tutto campo e “coltello tra i denti per tutti”: sembra che ogni giocatore abbia “una marcia in più” rispetto a prima, e abbia ritrovato quegli stimoli che forse, il condizionale è d’obbligo, con Di Carlo stavano scemando. Meriti del nuovo mister? Scossa ambientale legata al recente esonero? Forse un mix di tutto ciò.

In ogni caso, se da un lato quanto detto finora non può che far ben sperare i sostenitori gialloblu, dall’altro ci sentiamo in dovere di smorzare sul nascere tutti quei facili entusiasmi scaturiti dall’ultimo successo casalingo: il Chievo ha vinto contro la Samp, che tra l’altro godeva di ottima salute, però se non fosse stato per la “papera” del portiere doriano la partita si sarebbe sicuramente incanalata sui binari del pareggio, visto che mancavano pochi secondi alla fine del match. Insomma, i tre punti sono arrivati e quello era l’obiettivo conclamato, però la fortuna, che a dire il vero fino adesso aveva sempre voltato le spalle alla compagine clivense, è tornata a dare il suo prezioso apporto alla causa. Bene così.

Adesso c’è la pausa per le nazionali quindi il tecnico avrà a disposizione due settimane per dare una quadratura alla squadra anche da un punto di vista tecnico-tattico, permettendo a tutti i suoi elementi di prendere confidenza col nuovo modulo e coi nuovi metodi di lavoro. C’è ancora tanto da fare in casa Chievo: il primo obbiettivo (ritornare a fare i tre punti) è stato raggiunto, adesso non resta che proseguire questo cammino augurandosi che il futuro dei gialloblu possa essere ancora roseo e luminoso come lo è da più di dieci anni. Forza “Genio”: a detta di alcuni sei un predestinato, per altri hai ancora tanta gavetta da fare per affermarti……staremo a vedere. Nel frattempo per darti un po di coraggio potremmo ispirarci ad un noto proverbio, sperando si riveli di buon auspicio: “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Tifosi gialloblu “toccatevi” pure……

Nicola Ledri