Lo stabile dove il presidente del Cagliari sta scontando gli arresti domiciliari sarebbe peggio del carcere.
Massimo Cellino non voleva gli arresti domiciliari in quanto desiderava che venisse prima dimostrata la sua estraneità ai fatti che gli vengono imputati riguardo la costruzione dello stadio Is Arenas ma alla fine ha dovuto cedere ma mai avrebbe pensato di dover rimpiangere il carcere. Il numero uno della società cagliaritana è ospitato presso la comunità religiosa a Villamassargia a 50 km da Cagliari in uno stabile che sarebbe in condizioni pietose. A denunciarlo un messaggio pubblicato sul profilo Facebook ufficiale della società rossoblu:
“I legali del presidente Cellino ci segnalano la situazione di grave disagio in cui egli si trova. Dopo gli arresti domiciliari forzati a cui è stato costretto dal tribunale dl Riesame (arresti domiciliari rifiutati con forza da Cellino che continua a proclamarsi innocente), il presidente è stato condotto in una comunità religiosa a Villamassargia. L’edificio è ancora in costruzione, è privo di acqua calda, riscaldamento, cucina ed è abitato solo dal presidente stesso e dal custode.
L’edificio risulta ancora INAGIBILE e privo di abitabilità. Inoltre, dista circa 50 chilometri da Cagliari, il che rende estremamente difficoltosi i rapporti con i legali incaricati di seguire la vicenda giudiziaria. Infine, è stato vietato ai parenti (moglie compresa) di fare visita al presidente. Il Giudice ha infatti detto che Cellino può avere contatti solo con i residenti nella struttura, ovvero il custode. In poche parole, il regime di arresti domiciliari è più afflittivo di quello della detenzione in carcere”.
Nel frattempo i tifosi rossoblu hanno indetto per mercoledi 6 marzo una manifestazione, a cui parteciperà anche il Cagliari Calcio, per protestare contro le ultime vicende che hanno fatto salire agli onori della cronaca lo Stadio Is Arenas più volte chiuso.
