Un fisico ridotto ma un talento sorprendente: Re Kevin era un idolo a Liverpool e ad Amburgo! Gol, assist e un innato senso del gioco: Pallone d’Oro 1978 e 1979!
Avere il coraggio e l’azzardo di modificare il proprio cammino è una scelta difficile per chiunque nella vita e nel calcio. Diventa addirittura un rischio quando la carriera viaggia su binari positivi e vincenti: perché cambiare volontariamente direzione se si è campioni affermati e con fiumi di gloria in tasca? Domande di questo tipo non sarebbero state gradite a tipi come il grande Kevin Keegan, che ha sempre cercato nuove avventure anche quando queste presentavano incognite e difficoltà superiori. La sua determinazione, insieme al talento cristallino e al carisma dei predestinati, è stato sempre il fulcro della sua esistenza. Ogni nuova sfida, che per lui era un motivo in più per rinnovare la scintilla della passione, era vinta già in partenza e ha cesellato la sua figura quasi mitologica. E pensare che da ragazzino (e pure in piena maturazione, a dire il vero) il suo fisico sembrava un ostacolo e un impedimento. Piccolo e mingherlino, ma per fortuna con dei piedi favolosi…
Joseph Kevin Keegan nacque il 14 febbraio del 1951 ad Armthorpe e impiegò più tempo del previsto per affermarsi come uno dei migliori calciatori della sua epoca. Leggerino per natura e costituzione, era però un folletto sgusciante e imprendibile per gli avversari e si impegnò con orgoglio per dimostrare che un fisico possente non era indispensabile per diventare un vero campione. Nella sua prima vera squadra, lo Scunthorpe, era già l’attaccante di riferimento; spesso partiva esterno per poi accentrarsi sfornando gol e assist combinando praticità ed eleganza.
Un furetto davvero completo, che finì nella lente d’ingrandimento dei grandi club. Fu Bill Shankly, il manager del Liverpool, a scoprirlo nel 1971 in quella squadra quasi sconosciuta che bazzicava in quarta divisione: per lui sborsò 33000 sterline e fu inizialmente accusato di aver preso un granchio colossale. Il tempo, però, diede ragione a questo intraprendente dirigente che aveva ingaggiato un autentico fuoriclasse. Con la gloriosa casacca dei “reds”, Keegan fu un protagonista assoluto di trionfi e successi e conquistò il cuore dei tifosi, che lo ribattezzarono Re Mickey!
Tre successi in campionato, due in Coppa Uefa e la splendida Coppa dei Campioni 1976-77 (3-1 in finale a Roma contro il Borussia Monchengladbach): il binomio Liverpool-Keegan demoliva avversari con irrisoria facilità. Con la nazionale inglese Kevin, pur ritagliandosi uno spazio significativo, non ebbe le stesse soddisfazioni e per svariati motivi. Convocato per la prima volta nel novembre 1972 nel derby contro il Galles (1-0 per l’Inghilterra), Keegan disputò un secondo incontro all’inizio del 1973 per poi attendere fino all’11 maggio 1974 per raggranellare la terza presenza. In quell’occasione segnò pure un gol nel 2-0 al Galles, ma questi continui strappi erano segnali chiarissimi di rapporti non idillici con i vari selezionatori dell’Inghilterra.
Solo dall’autunno del 1975 Keegan divenne titolare a tutti gli effetti, meritandosi mesi dopo anche i gradi di capitano. Tuttavia, non arrivò mai un trofeo (Europei o Mondiali) nonostante le 63 presenze in totale, correlate da 21 gol. Addirittura, l’Inghilterra non riuscì neanche a qualificarsi per i mondiali argentini del 1978 e quattro anni più tardi, nel 1982 in Spagna, Re Mickey giocò soltanto un quarto d’ora nel girone finale. Per sua fortuna, nelle squadre di club era tutta un’altra musica. Anzi, una melodia di vittorie e di scommesse vinte…
Il trasferimento di Keegan dal Liverpool, dove era un autentico eroe, ai tedeschi dell’Amburgo fu un supremo sigillo alla sua grandezza! Il costo dell’operazione, concretizzatasi nell’estate del 1977, fu di circa 2.2 milioni di marchi: una cifra record a quei tempi per la Germania! Dopo un fisiologico periodo di adattamento, Kevin riuscì ad esprimersi al meglio anche in terra teutonica: nel 1979 l’Amburgo, soprattutto grazie a lui, vinse il campionato tedesco dopo un’attesa di quasi 20 anni. E la stessa stampa tedesca, scrivendo di lui, si esprimeva così: “La vittoria della Bundesliga non sarebbe stata possibile senza Kevin Keegan!
Ha segnato 17 gol ed è stato il miglior realizzatore della squadra. Ma non si contano le azioni da gol che ha costruito o i passaggi fulminei per i compagni. Con lui in campo il pallone non viene mai perso. La sua grinta, la sua professionalità (non fuma e non beve) ne fanno un esempio per tutti i giovani”. Nel fantascientifico curriculum di Keegan spiccano inoltre due Palloni d’Oro, conquistati nel 1978 (dove superò Krankl e Rensenbrink) e nel 1979 (Rummenigge e Krol gli altri campioni sul podio). Tornato in Inghilterra e non essendo mai sazio di vittorie, si tolse lo sfizio di primeggiare nella classifica dei cannonieri della Premier League con più di 30 anni sul groppone: 26 gol nel 1982 con la maglia del Southampton! L’ennesimo azzardo riuscito di un autentico funambolo degli anni settanta; un piccolo atleta capace di superare e dominare le vette più alte del calcio inglese ed europeo…
Lucio Iaccarino
