Non arriva la sentenza del TNAS in riferimento alla squalifica di Gillet a 3 anni e 7 mesi.

Jean Francois Gillet (foto dal web)

Tarda ad arrivare la sentenza del TNAS, a cui è ricorso il portiere del Torino Jean Francois Gillet. Sembrava imminente dopo il 15 Novembre poi si è passati alla prima settimana di Dicembre ma siamo già alla seconda e non ci sono tracce della decisione. Come mai? Il TNAS ha tempo 90 giorni dalla data di accettazione della nomina ad arbitro per emettere il lodo, godendo della più ampia facoltà nel merito e potrebbe ribaltare del tutto la sentenza sportiva.

Dopo le due udienze di metà Novembre, ci si aspettava nel giro di pochi giorni la sentenza di terzo grado. Sono trascorsi più di 20 giorni e tutto è sotto silenzio. Nulla trapela circa le possibilità che il portiere belga possa essere completamente prosciolto dopo che i due gradi di giudizio sono stati poco miti nell’irrogazione della condanna. C’è forse il timore che prosciogliendo Gillet possa crollare tutta l’impalcatura della Giustizia Sportiva nel filone pugliese?

La giustizia sportiva ha condannato Gillet a 3 anni e 7 mesi con il divieto di scendere in campo, in riferimento all’inchiesta BARI-BIS per l’illecito sportivo della gara Salernitana – Bari 3-2 del 23 Maggio 2009 e per omessa denuncia della gara Bari – Treviso 0-1 del 10 maggio 2008. I due legali Chiappero e D’Alesio (avvocati che si sono adoperati già in diversi processi sportivi, alla Juventus, nel fallimento della Pro Patria tanto per citare alcuni casi di questi anni) che assistono il portiere del Torino durante le fasi dibattimentali, a Novembre hanno chiesto la derubricazione per quanto riguarda la prima partita e quindi dall’illecito sportivo all’omessa denuncia. Se fosse accolta porterebbe a una marcata riduzione della squalifica (si presume 6 mesi) e il completo proscioglimento per la seconda gara.


Se coì fosse, dopo la metà di gennaio Gillet potrebbe ritornare a pieno titolo con i guantoni a disposizione del tecnico Ventura e per la nazionale del suo paese. I giudici/arbitri (Massimo Zaccheo, Guido Calvi, Enrico De Giovanni) in ultima istanza stanno tardando parecchio a emettere la sentenza definitiva in quanto la celerità del processo sportivo nei primi due gradi di giudizio spesso è accompagnato dalla pochezza delle prove documentali. Nel caso di Gillet sono state le parole di un pentito a metterlo spalle al muro.

Nel caso di una riduzione da illecito sportivo a omessa denuncia sulla prima partita e la conferma della omessa denuncia sulla seconda gara sotto osservazione porterebbe il portiere a rientrare solo a fine Campionato. In caso di conferma della sentenza Gillet avrebbe difatto chiuso la carriera. Durante le due sessioni di dibattimento l’ avvocato della Federazione Luigi Medugno ha continuato ad essere inflessibile: “Gillet era il capitano di quel Bari, non poteva non aver dato il nullaosta a questa operazione” in pratica non poteva non sapere.

I legali del “Gatto di Liegi” hanno in prima battuta chiesto l’introduzione di due testimoni come prove, nelle persone di Corrado Colombo e Alessandro Gazzi all’epoca compagni di squadra di Gillet, che hanno trovato opposizione nel legale della Federazione. Poi hanno portato avanti la tesi difensiva che i soldi Gillet non li ha mai presi, tesi che era stata già portata avanti nei processi estivi ma che era rimasta inascoltata, forse per la celerità del processo. Continua Chiappero: “Abbiamo chiesto quello che abbiamo sempre detto, ovvero al massimo si tratta di omessa denuncia”. Nel frattempo Jean Francois Gillet è tornato ad allenarsi al centro Sisport agli ordini dello staff di Ventura.

 

Zaffaroni Fabio