Il difensore belga restò a Bologna solo una stagione; arrivò una salvezza sofferta ma anche la bocciatura di Maifredi. Quarto ai mondiali del 1986, poi ha girato il mondo

Demol

Il belga Demol(foto solofutbol)

Spulciando negli archivi e negli almanacchi italiani di calcio, scopriamo che il Bologna del 1988-89 fu una squadra con un record non proprio invidiabile. All’epoca si potevano tesserare e schierare in campo tre stranieri, e i dirigenti felsinei furono capaci di sfoderare in una sola stagione tre delusioni assolute o, se si vuole scegliere una nomenclatura più popolana, tre autentici bidoni. Proprio così: insieme ai famigerati Aaltonen e Rubio, il Bologna mise sotto contratto il belga Demol. Probabilmente era il migliore dei tre ma, forse per non mettere in imbarazzo gli altri due, si adeguò subito alla mediocrità generale e giocò una sola insulsa stagione coi rossoblù. Per fortuna, la batteria degli italiani di quel Bologna era composta da validi elementi come Pecci, Bonini, Alessio, Marronaro, De Marchi, Stringara e il mitico Renato Villa; una squadra quadrata e pragmatica che riuscì a restare in serie A. Una salvezza quasi miracolosa, considerando gli stranieri in rosa…

Stephane Demol nacque l’11 marzo del 1966 in Belgio, ed ebbe la fortuna di crescere calcisticamente nel club più blasonato della nazione: il glorioso Anderlecht! Una sorte ben meritata, però, visto che era un ottimo difensore centrale, capace anche di impostare l’azione. Marcatore e regista, alto ma elegante e preciso nei rilanci; insomma una vera manna per qualsiasi allenatore. Demol conquistò subito i galloni di titolare nell’Anderlecht e, visto l’alto rendimento, si ritrovò ventenne nel giro della nazionale belga. I mondiali messicani del 1986, quelli che consacrarono Diego Maradona, furono molto positivi anche per lui: Stephane giocò tutte e 7 le gare del torneo, guidando il pacchetto difensivo da consumato veterano e contribuendo attivamente al sorprendente cammino dei suoi.

Il Belgio, infatti, si piazzò quarto dopo aver eliminato compagini del calibro di Urss e Spagna. Proprio contro i sovietici, nella gara valida per gli ottavi di finale del 15 giugno 1986 a Leon, Demol andò addirittura in gol nel pirotecnico 4-3 finale (eravamo ai supplementari). La sconfitta con l’Argentina in semifinale (2-0, doppietta Maradona) in fondo era quasi prevedibile, e non intaccò la splendida cavalcata dei “rossi”. Diversi elementi di quel Belgio approdarono nel nostro campionato, e quando il Bologna chiese sue notizie all’Anderlecht Demol non ci pensò due volte: quello italiano era un treno da non perdere!


L’eclettico Maifredi era l’allenatore di quel Bologna 1988-89, un tecnico ambizioso e innovatore. I suoi schemi pretendevano ingranaggi oliati alla perfezione, un modulo offensivo che però  penalizzava i difensori. E il destino di Demol, che pure ebbe problemi di ambientamento e qualche guaio fisico, fu purtroppo segnato dalle cervellotiche scelte del suo mister. Il debutto del belga, datato 9 ottobre 1998, fu comunque positivo: Pisa-Bologna 0-2. Poi affiorarono i problemi, con cinque sconfitte consecutive e le prime contestazioni del tifo. C’era da soffrire, soprattutto dietro, e Demol sembrava quasi in imbarazzo; il Bologna quell’anno subì ben 43 reti (terza peggior difesa in serie A) e la barca non affondò per un soffio. Con 29 punti i felsinei riuscirono ad evitare la serie B, a differenza di Pescara, Torino, Pisa e Como. Le valutazioni per Demol non furono mai brillanti, col belga che scese in campo 21 volte su 34. Realizzò due reti, a Napoli su calcio di rigore e a Pescara; curiosamente in entrambe le circostanze il Bologna perse 3-1. A fine anno il divorzio con gli emiliani fu consensuale, nessun rimpianto e nessun dolore…

Come una bussola impazzita, la carriera di Demol a questo punto non trovò mai pace. Il belga cambiò squadre e nazioni come un marinaio, senza mai fermarsi troppo nello stesso porto. Dopo Bologna arrivò il Porto, e in Portogallo ebbe forse il miglior rendimento di sempre, realizzando ben 11 reti nel 1989-90. Meno felici, anzi addirittura sporadiche, le esperienze in Francia (Tolosa e Tolone), Grecia (Panionos) e Svizzera (Lugano). Il resto della carriera ovviamente in Belgio, dove comunque era sempre apprezzato e amato.

In carriera Stephane Demol ha vinto il campionato belga tre volte, la Coppa nazionale sia con l’Anderlecht che con lo Standard Liegi e il campionato portoghese col Porto. Con la nazionale belga, in cui fu protagonista anche a Italia 90 con 4 presenze, ha collezionato 38 presenze e 1 gol. Ora Demol è un allenatore, manco a dirlo, giramondo; ultimamente ha lavorato persino in Thailandia. Chissà se un giorno tornerà a Bologna in veste di tecnico, magari per chiudere i conti col passato…

 

Lucio Iaccarino