Miglior bomber greco di tutti i tempi, Nikolaos arrivò all’Avellino convinto di ripetersi anche in Italia! Zero gol, un’amara retrocessione e un nostalgico ritorno a casa

Anastopoulos

Anastopoulos nel 1987-88(foto storiepallonare.com)

In patria era conosciuto come il “baffo del Pireo”, un nome che sarebbe stato perfetto per uno dei tanti film polizieschi così di moda nei cinema italiani negli anni settanta e ottanta. Quelle pellicole (ricordiamo fra i protagonisti il compianto Maurizio Merli) in fondo erano tutte uguali, ma il fascino della lotta alla criminalità era il pungolo fondamentale di vicende che appassionavano milioni di spettatori. Il greco Anastopoulos, così come si evince dal soprannome, era una persona onesta e perbene ma, oltre a meritare l’etichetta di bidone, si ritrovò coinvolto in una vicenda di cronaca nera. Proprio come in un film!

Fu acquistato dall’Avellino e, qualche mese dopo, il presidente del club irpino fu arrestato per truffa, corruzione e riciclaggio. Sotto inchiesta finirono anche i soldi dei trasferimenti dei calciatori della squadra di calcio, compresi quelli per l’acquisto di Anastopoulos dall’Olympiakos. Un pasticcio tutto italiano che coinvolse il povero centravanti greco che, giusto sottolinearlo ancora, era assolutamente innocente ed estraneo a qualsiasi sotterfugio. La sua unica colpa fu quella di giocare davvero male e di non adattarsi mai al calcio di casa nostra; eppure era considerato un bomber eccezionale, un cecchino infallibile…

 Nikolaos Anastopoulos nacque ad Atene il 22 gennaio 1958 ed era esploso, dopo la gavetta nel Panionios, nell’Olympiakos. Nessuno mette in dubbio che il campionato greco, allora come oggi, sia tecnicamente scadente ma questo giovane baffuto attaccante si mise in luce con ottimi risultati. Vinse infatti sette campionati e soprattutto quattro titoli di capocannoniere; Anastopoulos segnava in tutte le maniere, ma prediligeva lo scatto nel breve e le conclusioni dalla media distanza. Sfruttava il fisico tarchiato per beffare le lunghe leve dei difensori avversari, che difficilmente riuscivano ad arginarne l’impeto.


Fu acquistato dall’Avellino all’inizio della stagione 1987-88 e confidava di trovare la via del gol anche qui da noi; del resto gli irpini, allenati dal coriaceo Luis Vinicio, erano ormai al decimo campionato consecutivo in serie A. Una realtà collaudata grazie a calciatori del calibro di Roberto Amodio, Franco Colomba, Stefano Colantuono, Nicola Di Leo e Walter Schachner. Purtroppo quella stagione si rivelò disgraziata fin dalle prime giornate, sia per i già citati problemi societari ma anche per la scarsa coesione del gruppo.

Era l’ultimo campionato a 16 squadre e retrocedevano soltanto due squadre: purtroppo una delle due fu proprio l’Avellino, che fece compagnia all’Empoli nella caduta in B. Anastopoulos non riuscì a realizzare neppure un gol in sedici apparizioni, dimostrando una mira alquanto scadente e un pessimo stato di forma. Finì spesso in panchina, sia con Vinicio che con l’allenatore subentrante, Eugenio Bersellini. La bocciatura di Anastopoulos fu totale, le critiche gli piombarono addosso dalla stampa, dai tifosi e dagli stessi compagni di squadra.

Del resto i numeri erano impietosi, visto che l’Avellino retrocesse proprio perché aveva l’attacco peggiore di tutta la serie A (appena 19 reti in 30 incontri). Probabilmente Nikolaos sarebbe stato scartato anche in caso di salvezza, ma con la serie B il suo addio si concretizzò già nell’estate del 1988 (in teoria aveva l’opzione per rimanere altri due anni). Pur avendo 30 anni, Anastopoulos era ancora popolarissimo in Grecia e quindi rientrò in patria per restarci fino a fine carriera. Di nuovo Panionios e Olympiakos, giusto in tempo per prepararsi ad un’onesta carriera di allenatore.

Ma i numeri più sorprendenti, specialmente per i tifosi del Partenio, restano certamente quelli relativi allo score in nazionale. Anastopoulos è infatti il miglior cannoniere greco di tutti i tempi, grazie ai suoi 29 gol in 75 presenze. L’ex centravanti dell’Avellino è tallonato, in questa speciale classifica, da Angelos Charisteas e Theofanis Gekas ma non ha nessuna intenzione di mollare questo record, almeno per ora. Con la Grecia Anastopoulos è stato anche capitano e partecipò al Campionato europeo del 1980, realizzando un gol contro la Cecoslovacchia. Nel suo curriculum in nazionale, il baffuto Nikolaos ha incrociato da avversario l’Italia in ben quattro circostanze: nel 1981 (gara valida per le qualificazioni europee, finì 1-1), nel 1983 (amichevole, 3-0 per gli azzurri di Bearzot), nel 1985 (0-0 ad Atene) e infine nel 1986 a Bologna (2-0 con una storica doppietta di Bergomi). Riassumendo, due pareggi e due sconfitte. E soprattutto nessun gol e pochissimi spunti degni di nota. Evidentemente era scritto nel libro del destino che l’Italia non avrebbe mai e poi mai portato fortuna a Nikolaos Anastopoulos

Lucio Iaccarino