Finisce 2-1 per i “Millonarios” il derby più prestigioso di Buenos Aires. Un derby tra due grandi decadute che ancora non vedono la luce in fondo al tunnel.

Riquelme segna per il momentaneo 1-1 (foto www.scoresway.com)

Riquelme segna per il momentaneo 1-1 (foto www.scoresway.com)

Lo chiamano “Superclásico”, perché una volta era un big match, la gara che decideva le sorti del campionato argentino, la gara tra due delle squadre più forti al mondo, giocata in scenari – la “Bombonera” o il “Monumental” – da sogno. Oggi, non solo Boca Juniors e River Plate sono periferia del calcio mondiale, ma fanno fatica a mantenersi su livelli decenti anche in ambito nazionale.
La situazione del Boca somiglia a quella del Milan e vi coincide: entrambe nel 2007 vinsero il massimo titolo continentale e, dopo essersi sfidati al Mondiale per Club (Milan vs Boca Juniors 4-2), iniziarono la discesa negli abissi. Discesa, quella del Boca, che non è però stata tanto traumatica come quella del River, che nel 2008 vinse il campionato nazionale e nel 2011 retrocesse in seconda divisione per la prima volta nella sua ultracentenaria Storia.

È in queste condizioni che le due squadre si son presentate ad una partita che è universalmente considerata come tra le esperienze sportive più intense che ci siano. Almeno fino a qualche anno fa, quando i migliori campioni argentini si sfidavano per difendere gli scudi di Boca e River. Oggi resta solo lo scenario, che spesso non è neanche dei migliori. Violenza e scontri, infatti, caratterizzano un po’ tutto il calcio argentino degli ultimi tempi.

Comunque sia, il match ha visto prevalere il River Plate di Ramón Díaz con le reti di Manuel Lanzini e Ramiro Funes Mori. Per il Boca Juniors di Carlos Bianchi solo l’illusione del momentaneo pareggio con la perla su calcio da fermo di Juan Román Riquelme (l’unico vero calciatore affermato di talento, che probabilmente a fine stagione si ritirerà). La classifica del torneo Final 2014 vede ora, dopo 10 giornate, i “Millonarios” salire fino al 2º posto, dove han la compagnia del Vélez Sarsfield di Mauro Zárate (capocannoniere del torneo con 8 reti) e dell’Estudiantes di Juan Sebastián Verón, ad un solo punto dalla capolista Colón. Gli “Xeneizes”, invece, sprofondano al 15º posto.

Guarda gli highlights del “Superclásico” d’Argentina:


Ma, al di lá della situazione puntuale di questo “Superclásico” o di questo campionato, la crisi del movimento calcistico argentino è molto più profonda. I problemi si chiamano corruzione, ristrettezze economiche, violenza negli stadi e fuori dagli stadi (per rendere l’idea, nella sfida di ieri non è stato permesso l’accesso ai tifosi ospiti e onde evitare problemi – che per una volta non ci sono stati – è stato disposto un apparato di polizia adatto a scenari ben diversi da una partita di pallone), calciatori minacciati costantemente dai cosiddetti “barra bravas”, una federazione iperburocratizzata ed allo stesso tempo tirannizzata da un presidente che è in sella dal 1979 (messo sul “trono” federale dalla dittatura militare allora vigente), mancanza di sportività diffusa che impossibilita aver pazienza con gli allenatori e che fa si che i giovani talenti che costantemente emergono siano issati ad eroi con la stessa frenetica velocità con cui vengono venduti per far cassa o vengono dimenticati. Ed il peggio è la sensazione che, come succede anche in Italia, i problemi siano tanto radicati nella cultura del Paese, che nessuno è disposto al coraggioso passo in avanti necessario per dare inizio ad un cambio reale.

 

Mario Cipriano