Il “Gaucho” si esibisce ad Asunción, ma il suo Atlético Mineiro non va oltre il pari nella gara valida per la terza giornata della massima competizione sudamericana per club.

Ronaldinho Gaucho  (foto www.voxxi.com)

Ronaldinho Gaucho (foto www.voxxi.com)

Ronaldinho “Gaucho” non finisce mai di stupire. Anche lontano dai riflettori del grande calcio europeo, anche ora che ha 34 anni ed ha vinto praticamente tutto, continua sempre a stupire ed a deliziarci con le sue magie. Lo scorso Mercoledì le ultime, in occasione di una gara di Coppa Libertadores giocata contro il Nacional de Asunción. Nessun gol, ma un assist e tante giocate di qualità per l’ex-milanista, nominato miglior calciatore del Sud América del 2013.

Nonostante il suo apporto, però, l’Atlético Mineiro, campione in carica, si fa raggiungere sul pari dai paraguayani, chiudendo il match sul 2-2, ma mantenendo il primato del Gruppo 4 con 7 punti, tre in più dei rivali di questa settimana, ma soprattutto quattro in più di Santa Fé (Colombia) e Zamora (Venezuela).

È una Libertadores atipica, questa del 2014. Non ci sono molte squadre titolate, alcune delle presenti sono in calo, il che fa che ogni gara sia da giocare fino all’ultimo respiro, scoprendo nuovi protagonisti di volta in volta. Fanno fatica le brasiliane e le argentine, è in crisi profonda il Peñarol. Gli uruguaiani sono ultimi nel Gruppo 8 con 1 solo punto in tre gare, dopo aver perso anche contro gli argentini dell’Arsenal de Sarandí (1-0).


Un gruppo dominato dai messicani del Santos Laguna, che pareggiano 1-1 in Venezuela contro il Deportivo Anzoátegui grazie ad un gol di Oribe Peralta, l’autore della doppietta decisiva nella Finale delle ultime Olimpiadi. Equilibrio nei gruppi 1 e 2, dove ci sono tre squadre a pari punti in testa. Nel Gruppo 1 hanno 6 punti The Strongest, Vélez Sarsfield ed Atlético Paranaense (Adriano neanche in panchina nella vittoriosa trasferta dei suoi a Lima, in casa dell’Universitario fanalino di coda con 0 punti). Nel Gruppo 2 sono Botafogo (l’ex-squadra di Clarence Seedorf perde 2-1 in Ecuador, chiudendo il match in nove uomini), Independiente del Valle e San Lorenzo de Almagro con 4 punti, braccati però dai cileni dell’Unión Española, lontani solo una lunghezza.

Ha un piede fuori il Lanús campione della Copa Sudamericana (la versione latinoamericana dell’Europa League), che ha finora raccolto solo un pari in tre gare in un girone, il 3, dove primeggia il Deportivo Calí davanti a O’Higgins e Cerro Porteño. Altra argentina in difficoltà è il Newell’s Old Boys che fu del “Tata” Martino: i semifinalisti della scorsa edizione non vanno oltre lo 0-0 nello scontro diretto col Gremio e sono terzi nel girone 6, a pari punti con l’Atlético Nacional de Medellín, che fa 2-2 in casa contro il Nacional Montevideo di Álvaro Recoba (assente per infortunio).

Bene anche un’altra uruguaiana senza grande tradizione: il Defensor Sporting batte il Cruzeiro campione del Brasile e va in testa al Girone 5, a pari punti con l’Universidad de Chile, che vince 2-1 a Cusco contro il Real Garcilaso. Da segnalare che in questo ultimo match è stato segnato il gol numero 13.000 nella Storia della Libertadores: l’onore  è stato del paraguaiano Víctor Ferreira, autore del momentaneo 1-0 dei peruviani. Infine, nuovo pari (sono 2 punti in tre gare) per il Bolivar di Juanmi Callejón, fratello gemello del calciatore del Napoli, che fa 2-2 al “Maracaná” nella gara d’esordio del nuovo tecnico Xabier Azgargorta.

La giocata più spettacolare della giornata la lascia, però, l’uruguaiano Giorgian De Arrascaeta, diciannovenne talento del Defensor Sporting, che nella gara vinta 2-0 contro il Cruzeiro salta due avversari con altrettanti pallonetti prima di servire il compagno Felipe Gedoz.

Ecco il video della prodezza:


Giunti a metà della fase a gironi, la Champions del Sud America vive di gol ed incertezza. L’unico punto fisso è l’Atlético Mineiro di Ronaldinho. L’ex-milanista non vuole arrendersi agli anni che passano e continua la sua rincorsa ad un posto tra i 23 di Scolari per la Coppa del Mondo della prossima estate.

 

Mario Cipriano