La Coppa di Spagna va al Real Madrid. 2-1 al Barcellona con un gran gol di Gareth Bale nel finale. Per i blaugrana un’altra delusione.
Carlo Ancelotti sorrideva sotto il cielo di Valencia. Non urlava di una gioia sfrenata come a Manchester nel 2003, ma sorrideva, sornione, come a dire “Io lo sapevo che avrei vinto anche questa volta”. Il Real Madrid è campione di Spagna. Per ora è solo la Copa del Rey, ma, in attesa di glorie maggiori, un trofeo va in bacheca. Il 2-1 è anche una vittoria personale di Carletto, che senza Cristiano Ronaldo vince la sfida contro Gerardo Martino, battendolo sul piano tattico e di gestione delle energie mentali.
Per il Madrid si tratta del primo alloro della stagione, aspettando gli esiti di Liga e Champions, all’inseguimento di un “triplete” che i blancos non hanno mai conquistato. Per il Barcellona una nuova delusione: in otto giorni sono volati via tutti gli obbiettivi del 2014. Resterebbe la Liga, ma l’Atlético Madrid è lontano 4 punti a 5 giornate dalla fine e in mezzo ci sono pure le “Merengues”. Il destino del “Tata” Martino sembra già segnato e quella del tecnico argentino (già accostato al Venezuela per la prossima stagione) non sarà l’unica testa a rotolare.
Ed è che la vittoria del Real Madrid sul Barcellona è stata ben più chiara di quel che il 2-1 dice. La squadra della capitale si è portata in vantaggio presto ed ha tenuto il risultato per oltre un’ora, avendo le occasioni migliori. Il tiki-taka del Barça è stato sterile, senza la pressione alta tipica dei tempi di Guardiola, senza i movimenti necessari a creare spazi, senza neanche le giocate individuali dei tanti campioni in campo. Su questo ha giocato Ancelotti, aspettando un rivale che sapeva in difficoltà dopo gli ultimi risultati negativi, infilandolo in contropiede una volta dietro l’altra, arrivando in porta con tre passaggi, conscio degli spazi che gli avversari concedevano nonostante non funzionassero i meccanismi di ripiego necessari ad evitare danni.
Così sono arrivati i due gol: sul primo – minuto 10’ – Isco ruba palla ad Alves, la dà a Bale, che passa a Benzema, questi di prima asseconda lo scatto di Di María e lo serve incrociando da sinistra verso destra mettendolo solo davanti alla porta di José Manuel Pinto; sul secondo – minuto 85’ – Carvajal spazza un cross da destra di Messi, Isco recupera la palla, attiva Fabio Coentrao che lancia Bale verso il campo contrario, inutilmente inseguito e spintonato da Marc Bartra, in una corsa che si interrompe solo con la palla sul fondo della rete.
In mezzo, il pari di Bartra di testa, una rete immeritata ma che forse proprio perciò in quel momento faceva pensare che potesse esser la notte della consolazione azulgrana.
Invece no. È Iker Casillas ad alzare la Copa del Rey de España, lasciandosi alle spalle un anno e mezzo di frustrazione in cui Mourinho prima ed Ancelotti poi lo han messo continuamente in discussione. Gareth Bale, con una prodezza frutto del suo fisico privilegiato, vince il duello con Neymar, cui resta l’amarezza di quel palo colpito al 90’ che spegne le ultime speranza dei suoi.
Ora al Barcellona resta un mese di agonia, cinque gare di Liga da giocare aspettando che la fiamma della speranza si spenga, risolvendo i problemi più immediati (la sanzione della UEFA, gli infortuni, l’involuzione di Messi e Cesc) e pensando a come risollevare una squadra che probabilmente è ancora la più forte del mondo ma che sembra aver perso quel fuoco sacro che la faceva giocare come gli angeli.
Il mese del Madrid, invece, sarà intenso ed emozionante, con l’inseguimento all’Atléti di Simeone in Liga e la Semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco per continuare verso il sogno dell’ansiata “Decima”. Per l’Italia l’orgoglio di aver un allenatore, Ancelotti, che con quella di ieri ha vinto la sua terza coppa nazionale in tre Paesi diversi.
Guarda il gol di Gareth Bale che ha dato la vittoria al Real Madrid:
Mario Cipriano