Nonostante problemi in difesa ed a centrocampo, il ct argentino Sabella ha lasciato fuori dai 23 che andranno in Brasile fior di campioni.
Le convocazioni delle nazionali per i Mondiali che inizieranno la prossima settimana hanno regalato sorprese un po’ ovunque. Falcao che resta fuori dalla Colombia, Rossi e Criscito esclusi dai 23 azzurri, Arbeloa, Navas e Llorente dalla Spagna, Nasri dalla Francia ed un lungo etc, estendibile praticamente a tutte le selezioni.
C’è una nazionale, però, che per la qualità e quantità degli esclusi eccellenti, ma anche per la qualità non eccelsa dei convocati, merita una citazione. L’Argentina ha puntato su un blocco quasi fisso, tenendo forse poco conto dell’evoluzione dei suoi calciatori durante gli ultimi due anni, una evoluzione che è stata negativa per molti titolari e positiva per alcuni che non lo erano e son rimasti a casa.
La nazionale “albiceleste” degli esclusi è una squadra forte in tutti i reparti, che darebbe del filo da torcere a Messi & compagni.
Vediamo chi la compone:
Portiere: Willy Caballero (32 anni, Málaga).
Difensori: Nico Otamendi (26 anni, Atlético Mineiro, in prestito dal Valencia); Federico Fazio (27 anni, Siviglia); Mateo Musacchio (23 anni, Villarreal); Lisandro López (24 anni, Getafe, in prestito dal Benfica).
Centrocampisti: Javier Pastore (24 anni, PSG); Esteban Cambiasso (33 anni, Inter); Ever Banega (25 anni, Newell’s Old Boys, in prestito dal Valencia); Nico Gaitán (26 anni, Benfica).
Attaccanti: Carlos Tévez (30 anni, Juventus); Mauro Icardi (21 anni, Inter).
In panchina: Marcelo Barovero (30 anni, River Plate); Fabricio Coloccini (32 anni, Newclastle United); Gino Peruzzi (22 anni, Catania); José Sosa (28 anni, Atlético Madrid, in prestito dal Metalist Kharkiv); Ángel Correa (19 anni, San Lorenzo, appena acquistato dall’Atlético Madrid); Erik Lamela (22 anni, Tottenham Hotspur); Mauro Zárate (27 anni, Vélez Sarsfield, appena acquistato dal West Ham).
In questa teorica squadra ci son giocatori un po’ passati d’età che però han fatto una grande stagione, altri un po’ verdi ma in forte ascesa, altri ancora che vengono da un’annata tribolata ma son ragazzi di valore assoluto. Proviamo a comparare questi undici titolari con gli undici titolari di Sabella, che sono: Romero; Zabaleta, Garay, Fede Fernández, Rojo; Gago, Mascherano, Di María; Agüero, Higuaín, Messi.
Quale è più forte? Difficile dirlo. Sabella ha fatto le scelte giuste in attacco, addirittura l’esclusione di Carlitos Tévez ha una sua logica. A centrocampo c’è equilibrio, il ballottaggio Gago-Banega è stato vinto dall’ex del Real Madrid, l’esperienza di Cambiasso poteva essere utile in assenza di un organizzatore di gioco in squadra, Pastore ha perso il posto in squadra e quindi anche in nazionale (lo stesso è successo a Lamela), ma siamo sicuri che – Di María e Mascherano a parte – i prescelti possano dare di più?
Inesplicabile è la situazione della difesa e dei portieri: Andujar e Romero son riserve nei rispettivi club, mentre Willy Caballero (lasciato a casa) è considerato uno dei migliori nº 1 della Liga spagnola; Otamendi (lasciato fuori nell’ultima scrematura) ha avuto una stagione particolare, ma poteva essere una valida alternativa sia per la destra che per il centro della difesa (sicuramente più di Campagnaro e Basanta); Fazio e Musacchio uniscono qualità, affidabilità, leadership (sono entrambi capitani nei rispettivi club) ed esperienza.
Insomma, se da noi si polemizza per un paio di esclusioni, sui giornali sportivi (e non) argentini se ne stanno dicendo davvero di tutti i colori. Alejandro Sabella, con le sue scelte, ha scommesso forte. Se le cose in Brasile non gli andranno bene (cioè se non arriverà tra le prime quattro), ne pagherà sicuramente le conseguenze.
Mario Cipriano