Il rossonero è arrivato a quota 16 in campionato sorprendendo un pò tutti.
Vi ricordate il Jeremy Menez che arrivò alla Roma poco più che ventenne nel 2008? Un ragazzo francese che in patria aveva fatto vedere buone cose con le sue stagioni al Sochaux e Monaco dove al massimo aveva realizzato 7 reti in stagione. Nella capitale andò anche peggio alternando belle prestazioni a partite anonime e dove segnò al massimo quattro reti nella sua prima stagione giallorossa. Nel 2011 il Paris Saint Germain credette in lui e lo riportò in patria dove fece vedere qualcosa di meglio ma non si distinse in fatto di reti segnate: 14 segnature in tre anni forse offuscato dai vari Lavezzi, Ibrahimovic, Pastore e Cavani.
Di qui la scelta di riprovare un’avventura in Italia al Milan dove è definitivamente esploso. Menez ha messo in ombra prima Fernando Torres, tornato a Madrid, poi altri calciatori d’attacco come Honda, Pazzini, Cerci, Destro. Menez è un giocatore anarchico che non ha una posizione fissa e questo ha un pò scombinato i piani di Inzaghi che aveva puntato al modulo con una prima punta (prima Torres e ora Destro) ma Menez sta ricoprendo il ruolo di asso pigliatutto e soprattutto da bomber. 16 reti che lo pone al secondo posto della graduatoria dei cannonieri dietro Carlos Tevez che bomber lo è da sempre.
Una metamorfosi strepitosa del francesino che si è riscoperto cannoniere a quasi 28 anni facendo felici i tifosi milanisti i quali, però, hanno poco di che rallegrarsi vista la posizione di classifica tutt’altro che bella della loro squadra lontana dalle coppe europee. Basterà l’eventuale titolo di capocannoniere di Menez (punta il record di 24 reti di Shevchenko in 32 gare nella sua prima stagione italiana) a mitigare le delusioni di stagione?