Quella appena conclusa è stata una grande stagione per Alessandro Spanò, giovane difensore della Reggiana.

Alessandro Spanò, difensore Reggiana (foto dalla rete)

Alessandro Spanò, difensore Reggiana (foto dalla rete)

Se la Reggiana è riuscita ad arrivare fino ai play-off di Lega Pro, uscendo solo ai rigori nella semifinale col Bassano, il merito è soprattutto di una retroguardia che in questo campionato ha fatto grandi cose, risultando (insieme alla Spal) la migliore del girone B con appena 31 gol subiti.Uno dei pilastri della difesa granata è stato un ragazzo classe ’94 che ha già attirato su di sé le attenzioni di club di Serie B e Serie A.

Stiamo parlando di Alessandro Spanò, professione difensore centrale e all’occorrenza terzino destro, un giovane che in stagione ha fatto registrare 36 presenze e 4 gol, uno dei quali decisivo per la vittoria contro l’Ascoli nel primo turno play-off.
Nato a Giussano (MB) e cresciuto nelle giovanili della Pro Patria, Spanò dopo 9 anni con la società di Busto Arsizio si è trasferito in prestito (stagione 2012-2013) alla Primavera della Pro Vercelli. Al termine del campionato, però, ha fatto ritorno alla base per poi passare a titolo definitivo, durante lo scorso mercato estivo, alla Reggiana.

Ad appena 21 anni, è diventato subito un punto fermo della difesa di mister Colombo, mostrando un tempismo ed una sicurezza tale da meritarsi ben altri palcoscenici: il suo futuro, quindi, difficilmente sarà ancora in Lega Pro. Noi intanto lo abbiamo intervistato per sapere qualcosa di più su di lui…

Alessandro, la prima domanda è sulla stagione della Reggiana. Siete usciti in semifinale play-off, arrendendovi al Bassano solo dopo la lotteria dei calci di rigore. Come giudichi la vostra annata in base anche agli obiettivi che vi eravate prefissati ad inizio campionato?

“L’annata è sicuramente positiva, anche perchè nessuno si sarebbe aspettato di fare un campionato del genere. E’ stata una stagione fondamentale sia per un gruppo di ragazzi che aveva bisogno di affermarsi su ottimi livelli sia per tutto l’ambiente, in quanto i nostri tifosi hanno ritrovato un entusiasmo straordinario, non facendo mai mancare il loro sostegno alla squadra. E’ normale che c’è un pizzico di rammarico, perchè abbiamo dimostrato di potercela giocare con chiunque e quindi la Serie B era un traguardo possibile. Peccato per la sconfitta ai rigori, anche se resta la grande soddisfazione per gli ottimi risultati raggiunti.”

Uno dei punti di forza della squadra è stato sicuramente il pacchetto arrettrato, tanto che le statistiche parlano chiaro: insieme alla Spal, siete la miglior difesa del girone B di Lega Pro. Svelaci qual’è, a tuo avviso, il segreto per riuscire a mantenere una certa solidità difensiva per tutto l’arco della stagione.

“Credo che la cosa fondamentale sia la compatezza di tutta la squadra. Se si fa affidamento soltanto sulla qualità di due elementi difensivi, prima o poi le difficoltà vengono fuori. Una difesa forte si costruisce grazie alla coesione dei reparti e quindi voglio fare i complimenti anche ai nostri centrocampisti ed attaccanti, i quali hanno mostrato grande spirito di sacrificio e capacità di ripiegare per dare una mano dietro. Se siamo la miglior di difesa del girone il merito è anche loro!”

Per uno che fa il tuo ruolo, è più emozionante riuscire a mantenere la porta inviolata o segnare un gol ad un portiere avversario?

“Se devo scegliere, preferirei sempre che la mia squadra non subisse gol, perchè essendo un difensore il mio compito è principalmente uno: fare di tutto per non far segnare gli avversari. Detto ciò, posso dirti che la rete con l’Ascoli, per esempio, rappresenta forse il momento più bello della mia carriera finora. Quindi, ovviamente, anche far gol ti fa provare emozioni uniche, talmente belle che spesso non si riescono neanche a raccontare.”

Tu comunque quest’anno hai stupito tutti, giocando benissimo sia da centrale difensivo che da terzino destro e dimostrando una maturità ed un’esperienza quasi anomala per un ragazzo di 20 anni. Come fa un giovane della tua età ad acquisire quella tranquillità necessaria per arrivare a fornire prestazioni di livello?

“Penso che la cosa che ha fatto la differenza nella mia stagione, sia stata l’intelligenza tattica che il mister mi ha riconosciuto. Questa è una qualità che spesso viene sottovalutata, ma che per un difensore ha un’importanza unica. Colombo ha colto in me questo aspetto e mi ha dato fiducia, cosa che per un giovane è tutto. Io mi sento un giocatore più di testa che di gambe e sono felice di ciò, perchè ritengo che l’atteggiamento mentale sia fondamentale per uno che gioca nel mio ruolo. Senza la giusta concentrazione si fa poca strada.”

Qual’è stato l’attacco che ti ha impressionato di più in questo campionato? Dicci la coppia-gol che vi ha messo maggiormente in difficoltà.


“Non ho dubbi a riguardo e dico l’attacco del Teramo. Donnarumma e Lapadula hanno dimostrato un’affiatamento pazzesco e questo ha fatto la differenza nella loro stagione. Si sono dimostrati due grandissimi giocatori e, quindi, da parte nostra c’è ancora più soddisfazione per essere stati capaci di fermarli qui a Reggio Emilia.”

Alcuni hanno già iniziato a paragonarti ad uno come Fabio Cannavaro. Cosa potrebbe esserci, nel tuo modo di stare in campo, che può ricordare, seppur con le dovute proporzioni, un campione del suo calibro?

“Effettivamente ho sentito anche io queste voci e sono onorato di poter solamente essere avvicinato a campioni del genere. Per quanto riguarda il paragone, penso che il collegamento sia stato fatto innanzitutto per la statura, perchè è difficile trovare nel calcio moderno un difensore inferiore al metro e 80 di altezza. Ritengo che non si tratti, però, di un limite così decisivo: infatti, è possibile riuscire a colmare questa lacuna con il tempismo, l’esplosività e con l’intelligenza tattica di cui parlavamo prima, perchè grazie a una dote simile riesci sempre a guadagnare dei tempi di gioco. Per me è ancora più stimolante poter dimostrare che la statura per un difensore non è tutto e che si può diventare grandi grazie ad altre qualità.”

Chiudiamo con una domanda sul futuro. Diverse società di Serie A e B sembrano aver messo gli occhi su di te. Tu in che categoria ti vedi l’anno prossimo? Magari ti senti già pronto al grande salto…

“La categoria in cui giocherò la faccio scegliere ad altri (ride), ma io sarei pronto ad affrontare qualsiasi sfida mi si presenti davanti, senza aver paura di bruciare le tappe. Detto questo, per me rimanere con la Reggiana non sarebbe affatto un problema, anche perchè ho un contratto con loro fino al giugno del 2016. Se la società mi presentasse un progetto serio ed ambizioso come quello dello scorso anno, sarei ben felice di continuare a crescere e migliorare con questa maglia addosso.”

Giuseppe Marzetti