Intervista esclusiva a Corrado Colombo, il bomber dal curriculum pesante.
Corrado Colombo è il classico attaccante che può vantarsi di aver segnato in tutte le categorie: dalla Serie A alla Serie D, passando per la B e l’attuale Lega Pro. I suoi inizi con un pallone tra i piedi avvengono con addosso i colori dell’Atalanta, perchè è lì che Colombo ha disputato tutta la trafila del settore giovanile. Proprio a Bergamo, inoltre, ha avuto la possibilità di disputare il suo primo campionato tra i grandi (la Serie B a soli 19 anni), prima di passare alla Pistoiese. Nella stagione 2000-2001, invece, ecco avverarsi un sogno: Corrado esordisce in Serie A con la maglia dell’Inter. Da quel momento per lui inizia un lungo girovagare in tutta Italia, fino ad arrivare al Tuttocuoio in Serie D. Ora il bomber milanese si appresta a vivere la sua ultima stagione da giocatore, prima di iniziare un nuovo incarico…
Corrado, hai appena terminato il tuo quarto campionato con la maglia del Tuttocuoio. Continuerai questa avventura anche nella prossima stagione?
“Sinceramente ad oggi non ho firmato nulla, quindi non posso rispondere con certezza a questa domanda. Con la società abbiamo parlato già una volta, ma c’è bisogno di riverdersi. La mia priorità, comunque, è quella di restare al Tuttocuoio, ma se non riuscissimo a trovare un accordo sarei ovviamente costretto a guardarmi intorno per trovare un’altra sistemazione”.
Il tuo curriculum è lungo ed importante: tra le tue esperienze spiccano quelle in Serie A e B. Svelaci qual’è la stagione che ricordi con maggiore gioia.
“A dir la verità, tutte le mie esperienze calcistiche mi hanno lasciato qualcosa. Per esempio, è stato meraviglioso vincere tre campionati di Serie B con squadre come Torino, Bari e Sampdoria, così come ho provato una grande gioia quando ho raggiunto la salvezza in Serie A con Atalanta e Livorno. Se devo scegliere, però, la stagione che mi ha lasciato maggiori soddisfazioni devo citarne due: i sei mesi passati con lo Spezia, dove da gennaio ho segnato 8 gol n 17 partite, insieme al campionato di D vinto col Tuttocuoio. Quest’ultimo è stato il trionfo del gruppo: nessuno ci considerava e, invece, noi siamo riusciti a beffare tutti gli squadroni che volevano la promozione. Che soddisfazione!”.
Dalla stagione più bella a quella più brutta. Raccontaci l’esperienza che cancelleresti volentieri dalla tua memoria.
“In questo caso non ho dubbi e dico la stagione 2005-2006. I primi mesi li ho giocati con la maglia dell’Ascoli ma mi sono fatto subito male alla caviglia. A gennaio, poi, mi ha richiamato la Sampdoria per sostituire l’infortunato Bonazzoli, ma ho giocato ogni partita con le infiltrazioni: non potevo fermarmi perchè eravamo contati, anche se naturalmente rendere al meglio era impossibile. Ad un certo punto non ce la facevo quasi più neanche a correre e ad aprile sono stato costretto ad operarmi. Una stagione davvero terribile quella, sicuramente la più nera della mia carriera”.
Cambiamo argomento. Tu hai esordito in Serie A da giovanissimo con la maglia dell’Inter, in un match a Reggio Calabria contro la Reggina. E’ stato quello il momento più emozionante della tua carriera?
“Sì, insieme ad altri due però. Naturalmente il giorno dell’esordio con l‘Inter non potrò mai dimenticarlo: ad ogni passo dal mio ingresso in campo mi chiedevo se era vero ciò che stavo vivendo. Sono emozioni difficili anche solo da spiegare. Un altro momento bellissimo, però, è stato il primo gol in Serie A, segnato con la maglia del Torino contro la mia ex squadra, l’Atalanta: ricordo che anche lì ero pazzo di gioia. Infine, devo citare la rete in rovesciata alla Juventus in Coppa Italia. Sognavo fin da piccolo di segnare in acrobazia e riuscirci contro la mia squadra del cuore al Delle Alpi è stato fantastico!”.
C’è un pò di rammarico in te per non esserti riuscito ad affermare in Serie A a livello realizzativo?
“Sicuramente per le qualità che avevo avrei potuto fare di più. Purtroppo però devo riconoscere che non ho mai avuto un carattere facile e questo non mi ha permesso di rendere al meglio. In più, nelle esperienze in Serie A, mi vedevano come prima punta, cosa che io non ero affatto. Mi sono sempre considerato un giocatore che dava il massimo girando dietro al centravanti di ruolo e, infatti, le cose migliori le ho fatte giocando lì. Inoltre, essere continuamente ceduto in prestito in altre squadre non mi ha aiutato: penso però che le maggiori responsabilità siano le mie. Lo dico con la massima tranquillità e sincerità”.
Per chiudere, una domanda sul futuro. Quando smetterai di giocare, in che veste vedremo Corrado Colombo: dietro una scrivania, su una panchina o completamente distaccato dal mondo del calcio?
“Mi piacerebbe molto fare il direttore sportivo. In realtà, già all’inizio della scorsa stagione, il Tuttocuoio mi aveva proposto di giocare un ultimo anno per poi diventare il loro ds. Alla fine, però, mi sono accorto di essere ancora in ottime condizioni fisiche e quindi ho deciso di giocare anche il prossimo campionato. Terminato quello, però, spero di iniziare il mio nuovo incarico dietro la scrivania. Il mio futuro lo vedo proprio come direttore sportivo!”.
In bocca al lupo.
Giuseppe Marzetti